Mondo reale e mondo virtuale. Tante le discussioni su una dualità che a mio avviso non esiste. Come si può, infatti, pensare ad un’alternativa? Il mondo è solo uno ed è quello reale. Virtuale può essere una modalità di relazionarsi e non un mondo, che è un luogo. Il virtuale, a ben vedere, è al massimo un non luogo in cui persone, in carne ed ossa, si muovono e si esprimono, ancora vive, libere dal fardello del corpo. E quindi l’unico in cui le distanze non esistono. Quelle geografiche ma anche tutte quelle che la nostra materialità rende filtro verso gli altri. Con tutti i vantaggi e le comodità che ciò comporta. Con un unico limite. Lo stesso che ci fa soffrire quando perdiamo per sempre qualcuno che abbiamo amato. Quello che a dispetto del fatto che continuiamo a parlarci, a sentirlo vicino a noi, a ricevere sensazioni bellissime, ci impedisce di toccarlo. Di sentire il calore del suo abbraccio. Di accarezzare la sua mano. E se con qualcuno che non c’è più ci viene almeno in aiuto il ricordo, nel virtuale questa distanza rimane incolmabile. Ed è quella che, a mio avviso, impedisce un confronto alla pari con il mondo reale. Che con tutti i suoi limiti continua ad essere l’unico in cui vivere la vita. Quella più complicata dei sensi. Quella più faticosa in cui mettersi in gioco con tutto quello che siamo e che abbiamo ma l’unica che vale davvero la pena di vivere. Sul virtuale possiamo raccontarla, condividerla, scambiarcela. Farne altro. Allungarla con delle estensioni come si fa con i tavoli quando non bastano per mettere tutti a tavola. Ma non viverla.
E a riprova, sono certa non ci sia nessuno che, potendo scegliere, le scambierebbe.
E voi che ne pensate?
Buongiorno all’odore e al sapore di caffè. Che sarebbe bastato anche solo questo per esprimere il mio punto di vista. Chi rispetto ad un’idea rinuncerebbe ad un caffè vero?:-)
Il disegno è un regalino del mio grande amico Roberto!
Che ne dici?