Dopo più di un anno, ho interrotto di scrivere il buongiorno di paroledimaru ma anche tutto il resto. Ho pensato a lungo in queste settimane al perché sia successo. Poi stamattina, facciamo nottetempo visto che non sono neanche le 4, mi è apparso tutto chiarissimo. È successo perché non avevo voglia di materializzare nulla di quello che sentivo. Perché non volevo dare a quanto di sgradevole mi stava accadendo la possibilità di realizzarsi, nel senso di assurgere a realtà. Perché si sa, un conto è essere parola che rimbalza nella testa, un conto è diventare parola scritta. È un salto di stato che non lascia più dubbi sull’esistenza. E poi perché sono arrivata alla conclusione che ci siano cose e persone che non meritano alcun approfondimento, semplicemente perché non si può scavare dove non c’è profondità. Cose e persone che meritano solo il silenzio. Ma non quello che parla più di cento parole. Quello proprio che non parla.
Stamattina/stanotte però, ma soprattutto ieri quando mi è arrivato il disegno di Roberto che nella botte mi cercava, mi sono resa conto che a volte ottenebrati dal buio in cui pochi ci vorrebbero trascinare, ci si allontana dalla luce. Quella che sempre vorrebbero regalarci quelli che ci amano e che amiamo. E quella che noi stessi siamo in grado di produrre. Quella che illumina la notte e uccide i vampiri.
Grazie a tutti gli amici, con volto e non, per l’affetto che è arrivato copioso a paroledimaru. Il buongiorno torna. Magari non tutti i giorni ma torna. E per me è meglio dell’antistaminico.
Che ne dici?