L’uomo dai due cellulari

Cosa c’è di peggio che prendere un treno alle 7 del mattino e sedersi vicino ad uno che parla ininterrottamente al telefono? Sedersi vicino ad uno che parla ininterrottamente al telefono alternando due cellulari mentre annuncia ogni volta al l’interlocutore di turno che lo stanno chiamando ‘dall’altra parte’. Mi è capitato spesso di incontrare personaggi capaci di non riprendere fiato stazione-stazione: sindacalisti che si sono fatti intere trattative, instancabili venditori della qualunque, giornalisti alle prese con casi discussi e discutibili ma l’avvocato alle prese con un verme di 10 centimetri trovato da un acquirente nella verdura cotta ancora non mi era capitato. ‘Ma che ti ha detto il perito?… E certo se la verdura era cotta e il verme vivo deve esserci stato messo dopo e non può essere caduto dal soffitto visto che è stato pulito e messo in sicurezza da poco. Potrebbe essere stata un’azione volontaria. Anche perché come è possibile che chi glielo ha servito non se ne sia accorto? Mica era piccolo…. Tu mandami tutto che rispondo con una lettera’ Finita col verme si sono succedute – precedute da suonerie a fare da sigla – controversie con cuochi, chiamate personali, spostamenti di inservienti a causa di problemi di salute, conforti a manager preoccupati e poi a ripetizione i ‘sto arrivando’, ‘torno stasera ti chiamo domani’, ‘lo vedo nel pomeriggio’. 

Da quando prendo più spesso il treno, sono sottoposta ad osservare forzatamente simili realtà. Siamo tutti talmente vicini che se anche sono concentrata a lavorare, a leggere o a scambiare messaggi o mail non posso non sentire, guardare, memorizzare ciò che mi circonda. Mi entra dentro anche se non voglio. Provo sempre a interrompere il trasferimento di dati guardando perplessa il/la tipo/a di turno, tossendo, magari accennando un qualche monosillabo di disappunto ma nulla. Quelli così continuano imperterriti e se ci discuti (perché a volte è impossibile non farlo), reagiscono esterrefatti: come è possibile che non tu non ti accorga che stanno salvando il mondo e vai a disturbarli?

L’unica cosa positiva di questi incontri è che dopo tre ore accanto a campioni simili, la tua vita faticosa, disordinata e a tratti insoddisfacente torna a brillare come la cometa. E alla fine scendi che gli sei, in qualche modo, pure grata. Più se ti capita al ritorno dove all’armonia contribuisce senza dubbio il prosecco offerto da Trenitalia. È indubbio che la mattina col succo d’arancia è un tantino più difficile. 

Data l’ora, buonanotte o buongiorno, fate voi.


Posted

in

by

Tags:

Comments

13 risposte a “L’uomo dai due cellulari”

  1. Avatar Mariantonietta

    Ma hai dormito stanotte? 😀

    Piace a 1 persona

    1. Avatar paroledimaru

      Pochissimo. Ieri mi sono svegliata con il mignolo della mano dolorante e gonfio e stanotte è andata anche peggio… Cosa/come sia successo non so. Probabilmente il mio corpo è in rivolta…. Buona giornata!

      Piace a 1 persona

  2. Avatar romolo giacani

    Buongiorno Maru! Cosa c’è di peggio? Stare in treno, con tutti che parlano al telefono e aver dimenticato il tuo a casa!

    Piace a 1 persona

    1. Avatar paroledimaru

      Hai vinto! Buona giornata!

      "Mi piace"

  3. Avatar vagoneidiota

    Ed io opterei per un : “benvenuta!”
    Che il treno, questo grande contenitore, un po’ci ama (e ci odia) anche per questo.
    Certo che dell’avvocato e il verme, dovrebbero scrivere una favola.
    … e l’avvocato, spostando l’iphone sull’orecchio sinistro ed il samsung sull’orecchio destro, disse “sei tu il verme della zuppa?”
    Il verme, che come tale striscia ed è verme, lo guardò con aria adulatrice. Osservò gli apparecchi che il legale teneva sui padiglioni come prolungamento auricolare. Si spostò con fare ruffiano e gli offrì un pezzo di cavolfiore.
    “Oh. Dottore…”
    “Non sono un medico. Sono un avvocato, io. No. No, Mario. Non dico a te. Sto parlando con un verme. No. No, aspetta Elena. Non era rivolto a te. É Mario dall’altra parte.”
    “Si. Certo, avvocato.” Sibilò il verme strisciante “che poi, per me è lo stesso. Medico. Avvocato. Spazzino. Gradisce un cavolfiore? Un carciofo?”
    “Tu scherzi, spregevole essere? No. No, Elena. É il verme, non tu!”
    ” Moi? Parlate di me, dottore?”
    “Si tu!!! No! Dai Mario. Lo capisci o no che sto facendo una conference a tre qui sul campo?? Non sei tu. Si. Certo Elena…”
    “Una zucchina? Gradisce? In questo periodo, poi”
    “Ma io ti faccio fuori! Anzi no. Tu sei il corpo del reato. Brutto corpo, peraltro…”
    “Eh, si”
    “Ma no. No. È stata una bellissima notte ieri. Il tuo corpo è splendido amore. Io dicevo…”
    “Ah. Ecco.”
    “No. No. Mario!! Non dicevo il tuo corpo! Pronto? Pronto?? Elena??? Mario??? Pronto???
    “Chiuso?”
    “Si! Merda!”
    “Brutta giornata, eh?”
    “Di più!”
    “Capita, signore”
    “Zitto. Sei un Verme!”
    “Direi. ”

    MONODELUXE – SO LONG

    Piace a 1 persona

    1. Avatar paroledimaru

      FantaStico racconto come peraltro tutti i tuoi. Grazie del bellissimo regalo! Buona giornata vagone…!

      "Mi piace"

  4. Avatar dimmibarbie

    deliziosa descrizione delle miserie umane , con o senza cellulare,
    assolutamente teatrale la scrittura amica mia,
    lo farei diventare un monologo se fossi in te 😉
    Come va il dito?
    Buona giornata e un grande abbraccio ,
    Barbara

    Piace a 1 persona

    1. Avatar paroledimaru

      Per il monologo ci ha pensato Vagone… Il dito invece migliora. Dispiace solo che non fosse il medio lo avrei lasciato in alto con più trasporto…. A questo punto buona serata amica mia!

      "Mi piace"

  5. Avatar Aldievel

    Il mio telefono senza suoneria, dimenticato chissà dove per giornate intere, prende ancora più valore dopo letture così…
    Ciao Maru! 🙂

    Piace a 1 persona

    1. Avatar paroledimaru

      Ciao Michele che mi boicotti la tecnologia….:-)

      Piace a 1 persona

      1. Avatar Aldievel

        Non boicotto. Evito soltanto che mi segua in ogni dove… 🙂

        Piace a 1 persona

Che ne dici?