È un po’ che non scrivo e, come sempre accade, è Roberto che in questi casi mi sfruguglia per tirarmi fuori dalla tana. Mi manda questo disegnetto con una domanda: ‘… la solitudine è triste.. oppure no?…’
Ci penso e mi dico che di solitudine non mi intendo tantissimo. Che la mia vita è piena al punto tale di persone e relazioni, che ci sono momenti in cui l’ho pure desiderata e la desidero un po’ di solitudine.
In realtà però la domanda, conoscendo chi l’ha posta, intende qualcosa di più sofisticato. Intende dissertare, credo, di quella solitudine che ti si appiccica addosso quando provi sensazioni ed emozioni che nessuno vicino a te sembra provare. Quando vedi gli altri che restano stupiti di fronte alle tue reazioni fuori registro. Quando sentì addosso il giudizio di chi ti guarda dall’alto del suo sapersi controllare che non è dato di sapere se si tratti di maturità o piuttosto di totale assenza di empatia.
Questo, credo, sia il vero quesito e ti dico Roby: ‘No, non mi mette tristezza perché quella solitudine io non la provo più. E mi piace interpretare il tuo deserto non come la solitudine ma come l’immagine di quell’up grade dell’#anchemeno, ovvero di quella ‘vastità del ca’ che me ne frega’, divenuta ormai filosofia della mia esistenza.
Credimi Roby, rivedere il tutto con questo nuovo mood è bellissimo. La mia vita è totalmente cambiata e a tratti sono anche molto felice. A tratti, senza nemmeno motivi significativi, pensa. Buonanotte amico mio! Buonanotte amici miei! ❤️

La solitudine non è triste
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