Non amo le suonerie che accendono un brano. Preferisco quelle discrete, anonime, ricorrenti. Basso volume, anzi spesso, solo la vibrazione. Al contrario ho molti amici che scelgono un pezzo di cui ascoltare un frame, più o meno lungo a seconda dell’insistenza del chiamante. Ritmi latini, arie di musica classica, ever green, l’inno della squadra del cuore, oppure, quest’ultimo caso più interessante, musica che dica qualcosa, a se stessi come in un mantra di nuova generazione o di se stessi. Non conosco così bene la musica da capire sempre al volo dove si voglia parare, a volte, peraltro, non credo ci sia neanche un obiettivo. Ma in qualche caso, soffermandomi un poco, e magari cercando i testi, sono riuscita a capire tante più cose da una scelta come questa che in mille discorsi. Una sorta di messaggio in bottiglia capace di suscitare, come sempre, una speranza per chi lo lancia e un’emozione per chi lo trova.