Il buongiorno del 24 gennaio

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Ieri sera tornando a casa ho parcheggiato a ridosso di strisce pedonali invadendo impercettibilmente lo scivolo per i disabili. Confesso di parcheggiare a volte, in casi estremi, sulle strisce ma sto sempre attenta a che lo scivolo sia libero. Passa un toscano dall’occhiale radical chic sul naso con il suo cane al guinzaglio, che, contrariamente a quanto suggerirebbe il suo aspetto distinto, mi insulta in malo modo. Faccio finta di non sentirlo. Ho Marco solo a casa e sono già più di 20 minuti che cerco parcheggio. Ho intenzione di scendere successivamente, a locali chiusi, a spostarla. Vista la mia indifferenza, mi piovono addosso dal tipo parole sempre più pesanti con la volontà che io sappia che ce l’ha proprio con me. A quel punto gli dico che non mi interessa quello che sta dicendo e che il modo in cui lo sta facendo lo rappresenta completamente. Mi ci manda di nuovo. Lui potrebbe aver ragione se non fosse che l’auto che impedisce realmente il passaggio non è la mia. La sua violenza, in ogni caso, non è accettabile. Dopo cena scendo, come da mia iniziale intenzione, a spostarla e trovo un foglietto con una serie di epiteti pesantissimi e un disegno assai volgare, pieno di dettagli su cui l’anonimo artista deve aver impegnato sicuramente del tempo. Ci sarebbe da ridere se non fosse che l’episodio ha chiamato a raccolta altri pensieri e preoccupazioni con l’effetto di scatenarmi un mal di stomaco tremendo da non riuscire a chiudere occhio tutta la notte. Stamattina mi sento uno straccio. Meno male che è arrivato il week end. Buon venerdì!

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