La solidarietà, se non intaccasse lo stipendio e soprattutto non creasse un minimo di ansia sul futuro, potrebbe davvero considerarsi una fantastica iniziativa. Un venerdì con qualche ora da spendere per me prima di affrontare la sfidante agenda del fine settimana con figlio, lo considero, infatti, un grande vantaggio ‘competitivo’. Per capire lo sfidante dell’agenda, si comincia da questo pomeriggio con presa a scuola, trasporto a fare sport e consueta pizza serale con amici e mamme di amici. Poi sabato di nuovo sport, e per me spesa e faccende di casa nel mentre, poi recupero per compiti. Serata, ancora stranamente non programmata. Domenica ancora sport, per gara sociale, con la speranza che non piova (altrimenti la gara si fa lo stesso e parte anche una gara di sopravvivenza per i genitori) e poi di nuovo a casa per finire i compiti e magari fare due dolci per le merende della settimana entrante. E poi sarà di nuovo lunedì. E ci metterà un attimo ad arrivare, come sempre. Ma oggi c’è la solidarietà che, a pensarci bene, ci sta pure per questo a chiamarla così 🙂 Buongiorno solidale!
Ho aperto le finestre è tutto allagato. Marco non si sente bene e mi ha chiesto di poter rimanere con me a casa. Dopo una lunga riflessione di ben tre minuti gli ho detto di si. Tutto quanto scritto sopra, vale per la prossima volta.