Ieri sulla bacheca Facebook di mia cugina leggo ‘La vita non si quantifica per il numero dei respiri ma per il numero delle volte che si è rimasti senza respiro’. Solo a leggerla mi sono sentita male. Perché in questo periodo tra allergia e setto ostruito, da operare nuovamente, rimanere senza respiro per me non ha un significato metaforico ma reale. E, momenti come questi non hanno nulla di romantico. Quanto agli altri momenti senza respiro, Monica ha ragione. Perché è spesso l’assenza a farci capire l’importanza delle cose. E tutti aspiriamo a trovarci in situazioni che ci lascino senza fiato. Io non riesco a vederli ora solo perché sono in riabilitazione respiratoria. In tutti i sensi. Ho quasi finito il percorso ma devo stare attenta.
Parlando di fatti, certamente l’operazione al naso prevista per stamattina, avrebbe fatto tanto. Ma un lettino operatorio si ruppe e fu rimandata. Il problema è che le attese non mi piacciono. Ancor di più le attese disattese. Soprattutto in questi casi. Ma succede e bisogna farsene una ragione. Non c’è nulla di grave o di irrisolvibile. Si rimane solo senza parole. Che non è la stessa cosa che rimanere senza respiro. Succede più spesso e ti girano a mille.
Arioso buongiorno!