Il buongiorno del 9 ottobre

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Oggi è giovedì. Quindi gnocchi, oroscopo di Rob Brezsny e gioia da penultimo giorno prima del fine settimana. In fondo la vita sarebbe cosa semplice. Peccato che mi sono alzata con il frullatore celebrale in posizione ‘on’ e sto pensando a tutte le cose che ho da fare. Quelle importantissime, quelle importanti, e quelle anche no ma dalle quali, però, non mi posso sottrarre. In genere, per evitare l’ansia di dimenticare qualcosa, mi affido a strumenti tecnologici avanzati come una bella ‘lista’ ma in questi giorni non riesco a fermarmi un momento neanche per buttare giù questa e quindi tutto si mescola, si impiccia, diventa più pressante e pesante del dovuto. Mi sfuggono l’agenda del lavoro, gli impegni personali del quotidiano e del futuro vicino (il futuro lontano neanche lo considero). Grande confusione in cui, io la regina delle pianificazioni, non mi trovo affatto bene. Ho lasciato galleggiare un paio di scadenze di pagamenti che non posso bucare, due parole che devo fare con una persona prima di sabato e la scelta di un week end per tornare a Firenze. Che se mi chiedi il perché della scelta di aver legato proprio queste al cambio di braccio nel portare l’orologio (altra tecnica sofisticatissima!), mica te lo so dire….
A radunare tutto il resto che si è accumulato – il travaso dei dati sul nuovo HD del PC, andare a far rifornimento nella macelleria che ho scoperto grazie a Carla, fare il resto della spesa che il frigorifero è entrato in depressione da solitudine, chiamare l’idraulico per il famoso water, comprare il faretto che non si trova da nessuna parte, vedere l’orario scolastico di Marco per meglio presidiare compiti e andamento, trovare un momento per portare i regali in ritardo ad un paio di festeggianti compleanni, andare dal parrucchiere, chiamare Elisa, Ester e Roberta…e nonèfinita – vorrei provarci stasera. Ma tanto lo so che arriverò tardi perché devo andare fuori Roma e crollerò subito dopo cena. E che la lista non vedrà la luce manco oggi. Confido nel sabato e nella domenica. Ovvio che poi, una volta consolidata la lista, bisognerà anche farle quelle cose. Ma paradossalmente quello, almeno per me, è il meno. Mi agita come al solito più il non sapere che il fare. E soprattutto pianificare è un mio talento riconosciuto di cui vado molto fiera. Quello che mi ha alternativamente salvato e rovinato la vita. Perché, in quest’ultimo senso, non c’è nulla di peggio che applicarlo laddove ci si deve abbandonare al fluire e mancare di applicarlo laddove necessario. Come nei sentimenti il primo e come in questi giorni il secondo.
E il mio problema è sempre lo stesso: sulla teoria vado fortissima è la pratica che mi frega.
Buon giornoquasipianificato!

Immagine presa dal web e rielaborata.

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