Il momento più difficile per cambiare una situazione che ci sta stretta è stabilire cosa fare ma soprattutto partire. Una volta partiti, a parte il momento di rodaggio iniziale, si va in discesa. L’importante è rinnovare, lungo la strada, le motivazioni per continuare, non dimenticando mai, neanche per un momento, dove si vuole arrivare.
Analizzare il contesto e stilare un piano è complicato. Per mantenere la rotta ci vuole determinazione e coraggio. Ma partire, partire, resta a mio parere, la fase più difficile. Perché la decisione di passare di stato, di avviare la macchina implica oltre la fatica anche l’assunzione di un rischio. Quella del possibile fallimento. Quella possibilità reale che, nonostante tutti gli sforzi non si riesca, alla fine, a cambiare la situazione iniziale e ad avere la soddisfazione cercata. Ed è questo che ci immobilizza. Perché è una scelta che si realizza. Perché una decisione non è mai definitivamente presa senza azione.
Ed è per questo che gli avvii sono sempre così meditati, rimandati, sofferti.
Non so, io per aiutarmi mi dico sempre che il modo sicuro per non passare un esame è non presentarsi. Non farlo. E che se non decido io certamente lo farà qualcun altro, o la vita al posto, mio. Punto all’amor proprio, alla mia allergia rispetto al subire, alla riconosciuta bellezza del vivere da protagonisti. E ognuno di noi, sono certa, abbia il suo punto da stimolare per accelerare lo start. E va fatto. Senza perdere tempo.
In questo momento io sono in una fase di mantenimento della barra. Ho preso una strada e la sto percorrendo. È faticoso ma mi godo il viaggio. E fin quando non arriverò dove mi sono detta, devo solo procedere senza deragliare. Evitare di distrarmi. E se dovesse succedere, niente panico. Ho un navigatore in grado di ricalcolare la rotta.
È proprio per questo che guardo solidale, chi sta girando in questo momento, come me qualche tempo fa, sulla rotatoria senza fermarsi alla ricerca del coraggio per prendere un’uscita, tra le possibili, per raggiungere la destinazione. E a questi vorrei dire che serve solo un colpo di reni. L’importante è andare che poi il percorso si aggiusta in corsa.
Per dirla con un esempio facile e quotidiano, è come quando ci svegliamo con lo stimolo di fare pipì e tergiversiamo nel letto perché non ci va proprio di alzarci ma il fastidio non ci consente comunque di riprendere sonno. Si può farlo subito o rimandarlo. Non astenersi. E poi si sta tanto meglio. Basterebbe ricordarci il piacere della liberazione per farlo subito. Ecco!
Buongiorno a chi oggi darà il colpo di reni. Perché oggi è sempre possibile. Come domani. Ma oggi è prima.
ore 7:34 : Prego Roberto di non farsi ispirare per il disegno quotidiano dall’esempio efficace ma di basso profilo del penultimo blocchetto.😃
ore 10:57: Arriva il disegno di Roberto con il seguente messaggio: “Maccherone, tu m’ hai provocato e io me te magno!!!… “. Bacio
Che ne dici?