Notte fonda, miliardi di pensieri. Dovrei essere stanca ma ho dormito talmente profondamente da ieri sera che forse mi è bastato. La TV parla da sola. Fuori il silenzio è interrotto solo da una macchina che passa ogni tanto. Sto ripensando ad una storia che, l’altra sera mi ha raccontato un amico. La storia di un uomo che si è messo ad aiutarlo mentre traslocava. Lui che, sfatto dalla stanchezza, si è fatto aiutare. Lui che alla fine vuole ricompensare quello sconosciuto prezioso e quello che rifiuta perché non possa pensare che lo ha fatto per soldi: ‘Se mi vuoi aiutare cercami un lavoro’. Lui che si fa raccontare la sua storia. Lui che poi gli regala dei vestiti che non aveva ancora mai messo. Lui che ama i colori pastello ed io che immagino questa persona che a questo punto potrei riconoscere tra mille. Lui che gli rimedia un telefono, perché se vuoi cercare un lavoro devi essere rintracciabile. Lui che non ha avuto paura. Lui che si è fermato. Lui che mi ha raccontato tutto questo perché un tempo non lo avrebbe fatto ed è soddisfatto di questo nuovo corso della sua vita.
Perché un tempo non lo avrebbe fatto, non perché si sentiva buono.
E anche i suoi occhi, l’altra sera, avevano qualcosa di nuovo e più bello, nonostante un terribile calazio fuori gamma.
Perché anche la bellezza prende nuovi corsi.
Buonanotte/buongiorno a scelta, come dico da quando scrivo ad ore ibride.
Che belle queste storie…
Ciao Maru
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