In settimana, mentre andavo in ufficio, sono riuscita a parlare al telefono con Roberto. Gli ho raccontato, in una sorta di blog vocale, un po’ di episodi significativi perché gli fosse più facile comprendere il mio umore non alle stelle e lui – dopo un paio di giorni – mi ha mandato questo disegno.
Il succo del mio racconto è la presenza di cose inutilmente faticose. Quelle che generano stanchezza immotivata. Quelle che consumano energia senza restituire nulla. Quelle che ti sembrano senza senso loro e senza senso tu quando le fai. Quelle che tolgono spazio e risorse alle cose davvero importanti. Che vengono prima perché qualcuno ti induce a farle, direttamente o indirettamente, anche se non è coerente con la priorità universale. Qualcuno a cui, dopo un po’, non riesci a pensare più con un sorriso. E di qualcuno, in questo momento nella mia vita, ce n’è più d’uno. E trasversalmente all’esistenza.
Una amica l’altra sera mi diceva che ogni cosa o persona che arriva nella vita, anche e soprattutto se difficile, va accolta perché sta lì per dirci, per insegnarci qualcosa di noi. Non va iniziata una guerra fuori ma ricomposta una distonia dentro.
Condivido, ha perfettamente ragione ed è quello su cui continuerò ad applicarmi. Ma anche il consiglio di Roberto di mandare tutti e tutto quello che mi appesantisce a quel paese senza possibilità di ritorno, non mi sembra affatto disdicevole.
Perché io dovrò sicuramente imparare qualcosa ma non sono la sola. E magari ricomponendo, nel loro interiore, il mio invito ad andar per campi anche loro potranno considerare se non risolvere le loro distonie. O comunque non nuocermi per un po’. Che se ci penso da lontano al perché li ho incontrati e che significato hanno per la mia vita va bene uguale, credo.
E poi sta arrivando marzo. Il mese del mio compleanno che ogni anno mi riserva una svolta importante. Che ogni anno è per me una vera rinascita e che voglio sperare confermi la tradizione.
La settimana si presenta impegnativa ma mettendo in campo il mix di accogliere poi respingere con forza e capire da lontano, ce la posso fare. Lo so, non è proprio zen ma nemmeno io.
E magari per festeggiare mi concedo, a fine periodo di fuoco, anche un viaggetto. Qualche idea?
Buona giornata e buona settimana.
concordo con Roberto mia cara amica ,
allontanare tutto ciò che può nuocere al tuo equilibrio,
anche perché nella distanza le cose si vedono meglio,
anche perché solo nella vicinanza che “gli dei muoiono”,
e se muoiono loro, figurati noi poveri mortali 😉
Il disegno è delizioso, vada per la vacanza appena potrai e dovunque vorrai !!!
Baci
Barbara
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Gli dei muoiono nella vicinanza… Altra bella riflessione sulla lontananza come toccasana. A guardarli da vicino pure gli dei soccombono… Mi ci avvito prima di addormentarmi. Buona notte
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e buon avvitamento amica mia e buonanotte anche a te 🙂
Un bacio grande !
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