Dice l’Istat che le donne separate, con o senza figli, dedichino meno ore ai lavori di cura rispetto alle loro colleghe sposate. La deduzione è intuitiva. E hanno anche un altro vantaggio, molto invidiato, che è un week end libero ogni due. Perché se è vero che la famiglia tradizionale tira molto, dietro le quinte, l’idea di dedicare ogni quindici giorni un paio di giorni solo a se stesse, non preoccupandosi di orari, pranzi e cene, compiti e relazioni varie, resta per molte un sogno. Un lusso che seppure abbia un costo di vita non banale non riesce a perdere smalto agli occhi di chi lo guarda nel momento e non non nel complesso della situazione.
Questo secondo fine settimana di gennaio è il mio week end libero che non so più nemmeno perché lo chiamo così, visto che ci inzeppo la qualunque che non riesco a fare nell’ordinario: un teatro o un cinema, vedere amici ma anche fare la spesa con calma e sistemare casa senza ansia. Però domenica mattina voglio svegliarmi e godermi il relax: leggere un libro, bere un the, e sentire un po’ di musica. L’ho detto a Roberto e questa meraviglia sulla carta, è diventato quello che vedete. Un po’ come invidiare la vita di chi fa spettacolo che a te sembra fighissima e loro ti parlano di alberghi tutti uguali e metà vita trascorsa in autostrada. Ecco, tutto questo per dire che questi fine settimana in solitaria non sono poi così come li si immagina. Vero. Mi dispiace contraddire Roberto: sono molto, molto meglio!
Evviva questi fine settimana piacevolmente in solitaria! 🙂
Un abbraccio
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