È venerdì (non ci credo ancora!)

Gli ultimi due week end, il primo con Giorgia e il secondo con Marco, sono stati belli ma molto impegnativi. Soprattutto il secondo che spesso mi chiedo come faccia a non stancarsi a fare le 200 cose che si programma quando io esco provata dal solo accompagnarlo a farle. Ecco perché ho fatto il conto alla rovescia per arrivare ad oggi. Ho capito negli ultimi anni che, per procedere senza affanno, bisogna recuperare. Soprattutto quando l’impegno personale e professionale è più pesante. Effettivamente anche al lavoro sono giorni di grande concentrazione e la sera quando finisco (non perché ho finito, ne avrei per altri due giorni, ma solo perché non riuscirei a restare un minuto di più con quella stanchezza), arrivo a casa, negozio il menu, cucino, mangiamo, chiedo come è andata la giornata, ascolto il tradizionale ‘niente, boh, non mi ricordo’, sistemo e svengo. È anche per questo che i fine settimana sono preziosi. Si dorme un po’ di più, o anche solo si resta a letto a leggere. Si può andare da qualsiasi parte con più calma ma si può anche sistemare casa e fare la spesa con minore stress. Magari si riesce a far entrare in quel tempo una mostra, un cinema, una passeggiata al mare, una camminata veloce pro-endorfine. Si può guardare con anticipo gli impegni della settimana successiva e organizzarli in modo da non morire. Si possono condividere momenti lenti con chi si ama oppure restare beatamente per proprio conto.