Lady Tremaine e Grimilde

C’è un tema delicato che non si affronta quasi mai pubblicamente. Il ruolo delle nuova compagna di un separato nel caso in cui il lui abbia figli. Dalla pura osservazione di casi che ho conosciuto direttamente o mi sono stati raccontati, ho tirato qualche somma che ieri, in un’amabile chiacchierata con la mia amica Enrica, ho messo a punto. Ho scoperto in questi anni, e non me lo aspettavo, che la gran parte degli uomini ha il terrore di far conoscere il nuovo amore ai propri figli, soprattutto alle figlie. Anche quando sia passato del tempo e la loro ex moglie abbia già pubblicamente un’altra storia. Lo nascondono maldestramente e mettono su muri di protezione al punto da arrivare a memorizzare il nome della donna sul cellulare, nel migliore dei casi, senza cognome per rendere impossibile risalire all’identità, nel peggiore, con ridicoli nomi maschili. Neanche fossero sposati e dovessero nascondere l’amante alla moglie. Se i figli chiedono, vagheggiano, negano e recitano la parte di chi cade dalle nuvole. Si fa ma non si dice. E senza saperlo si rendono ridicoli, oltre che agli occhi delle loro donne (le seconde ma anche le prime!), agli occhi della prole che ha capito tutto dalla prima uscita e gioca a metterli in difficoltà. Mi è capitato di ascoltare delle amiche di mio figlio raccontare di come si divertano, per reazione a tanta mancanza di sincerità, alle spalle del padre che pensa che non abbiano capito nulla. Io non riesco proprio a farmene una ragione. Avere un nuovo amore, se comunicato con la delicatezza e la leggerezza che merita, è un momento di complicità, condivisione. Evita che la notizia arrivi da altri e soprattutto dice ai figli che la vita continua e che non dovranno mai sentirsi in colpa, quando staranno bene, perché i loro genitori sono, al contrario, soli e infelici. Nessuno si augura che un matrimonio finisca. Personalmente ho fatto di tutto perché non succedesse ma a volte ci si deve arrendere. Ma non per questo si deve rinunciare alla felicità.

Il problema, ci dicevamo ieri con Enrica, sono sempre le favole. Le donne subentranti sono sempre state disegnate come perfide con i figli di primo letto. Da dire che, in Cenerentola e Biancaneve, il padre era vedovo non divorziato, erano altri tempi, ma il nome di ‘matrigna’ (che fa rima con arcigna!) la dice lunga sulla simpatia. E a nulla vale che le compagne di cui parlo non vogliano certo assumere ruoli materni. Niente, l’imprinting ha fatto danni indicibili. I padri tengono lontane le novelle Ladies Tremaine e Grimildi dagli ereditieri e sebbene rare (le donne fin da piccole hanno vision da vendere!) ci sono anche figlie che fanno di tutto per allontanare queste donne dai padri. Figlie di cui è comprensibile la gelosia – spesso invece che stoppata, incentivata da padri che trovano sicurezza in questo amore struggente – ma che non sanno quanto, in futuro, se ne pentiranno. So di toccare un argomento controverso. Personalmente credo nell’amore, nelle famiglie allargate e nel fatto che abbiamo troppi pochi anni a disposizione per perdere tempo. E che i sentimenti, se sono sinceri e vanno a colmare cuori liberi, sono sempre positivi per tutti. Credo che sia davvero tempo di scrivere una nuova meravigliosa favola che faccia sognare per amori grandi e pieni di speranza e non per il riscatto dagli effetti di amori piccoli e meschini che secondo me, fortunatamente, sono molto meno numerosi. Buona giornata (oggi pensiero un po’ lungo ma la riflessione meritava).

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