Sto in macchina parlando in viva voce con il mio capo quando l’auto davanti a me frena. Io seppure alla giusta distanza, non riesco a frenare subito perché la mia macchina comincia a pattinare sui sanpietrini. Riesco a fermarmi solo ad un centimetro dal paraurti. Non faccio in tempo ad esultare per lo scampato pericolo che sento un colpo dietro. L’auto dietro mi è venuta addosso. Scendo e scende anche l’altra guidatrice, giovane e graziosa, e subito mi chiede se mi sono fatta male. Le dico di no e lei sollevata mi risponde ‘questo è l’importante, il resto si risolve’. Pioviccica decidiamo di scambiarci i numeri e sentirci successivamente. Siamo stanche entrambe e il CID dopo una giornata piena, anche no. Ci fotografiamo reciprocamente le targhe, ci scambiamo i telefoni e ci salutiamo. Non sono ancora arrivata a casa che mi chiama per sapere quando ci possiamo incontrare per il CID. Le dico che devo partire, che la mattina seguente avrei guardato meglio i danni e le avrei fatto sapere. La mattina scendo in garage e mi rendo conto che un bozzetto e un graffio ci sono ma anche che il fascione aveva già segni del tempo e di automobilisti meno civili e che non sarebbe stato corretto far pagare lei, così gentile, per tutti. La chiamo e mi risponde gioiosa come fossi una sua amica. È un po’, a dire il vero, anche a me fa piacere sentirla. Le dico che il danno non è grave e ho deciso di non fare nessuna denuncia all’assicurazione. Lei mi chiede se sono sicura e poi mi invita all’inaugurazione di un’associazione culturale che aprirà qualche giorno dopo. Le dico che quel giorno sono già impegnata ma che se mi da l’indirizzo andrò sicuramente a trovarla. Mi ringrazia e invece di chiudere mi trovo io a ringraziarla per avermi regalato nuova fiducia nel mondo. Che, senza ombra di dubbio, vale tanto più del mio fascione.
Buongiorno!