Roberto ed io siamo molto diversi. Anche se ci capiamo abbiamo una visione molto diversa dell’età adulta. Secondo lui, testuali parole, ‘quando sei “grande” ti rendi conto che i dolori e le malinconie che la vita sempre piu’ spesso ti presenta devi tenerteli per te, perche’ e’ quasi impossibile riuscire a condividerli con qualcuno. Un po’ per nostro pudore a parlarne ma anche, e soprattutto, per la mancanza di capacita’ o voglia di ascolto di coloro che ci circondano. Quando sei ragazzo gli amici vivono con te gioie e dolori ma, quando sei grande, ognuno ha i suoi e non ha piu’ la forza di prendersene altri. Alla fine ti rendi conto che solo il gatto possiede l’empatia sufficiente a darti un po’ di sollievo…’
Una posizione rispetto alla quale ogni volta mi ribello. Perché non credo invece che l’amicizia, o più in generale l’approccio alle relazioni, possa cambiare con l’età. Come una tartaruga porto con me tutte le persone speciali che ho incontrato nel corso della mia vita. Alcune sono più presenti nel mio quotidiano, altre meno ma con ognuna di loro mi sento a casa e credo anche loro con me. E so che in caso di bisogno ci siamo quasi sempre reciprocamente. Quasi sempre che è più reale di sempre in assoluto. Ho capito, infatti, che quando abbiamo bisogno potrebbe non esserci chi ci saremmo aspettati ma qualcun altro. E che sta a noi la decisione di rimanere delusi per chi manca o sorpresi per chi c’è. E a guardare bene, se c’è qualcosa che è cambiato in me, è proprio questo: ho imparato progressivamente ad essere felice per le presenze e a comprendere le assenze. Perché ognuno di noi combatte le sue battaglie e non sempre ha la forza di esserci. Che non vuol dire non esserci mai o più, ma solo non esserci a volte. Esserci quasi sempre. Un concetto che riduce le aspettative nostre nei confronti degli altri e viceversa. Perché i sempre e i mai non esistono. Esistono i quasi. E accettarli negli altri, ci aiuta a comprendere i nostri, a trovare la pace e ad apprezzare ciò che la vita ci riserva in quel momento. Che può non essere quello che avevamo in mente ma molto meglio.
Con Roberto non ci prendiamo su questo e sui gatti, a cui io ho sempre preferito i cani. Posizioni che non ci hanno però mai impedito di continuare a confrontarci, a sfornare storie e a volerci bene. Entrambi crediamo nella diversità che arricchisce. Ed io, ad essere sincera, continuo a discutere perché non mi sono ancora arresa a che non si convinca a cambiare idea.
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