Dopo un’operazione chirurgica c’è chi si riposa, chi parla, chi straparla e poi c’è Roberto. Dal 2010 ad oggi, una serie di pezzi lasciati sul tavolo operatorio ma non la sua straordinaria ironia. Dopo una prima risata, quel disegno mi ha portato altrove. A tutti i pezzi che ho perso nella vita e non mi riferisco alle tonsille o alle tube. Ho pensato alle persone e anche alle convinzioni. Mi sono tornate in mente le persone care e anche quelle che pensavo care e non lo erano. Più morte nel mio cuore queste che quelle morte davvero. Ho pensato a quei ‘io mai farei… direi…’ che hanno costellato i miei primi 20 anni e che si sono infranti con la realtà dei secondi 30. Ho pensato ai sogni che ho lasciato sulla strada, come quello di invecchiare con l’amore della mia vita. Che a quanto pare non lo era. Ho avuto un momento di angoscia. Poi però guardando bene il disegno di Roberto mi è venuto in mente che i buchi lasciati da quello che si è perso, lasciano vedere oltre. Ed è così. Nuove persone, nuove convinzioni, nuovi sogni. Ieri la mia vicina di casa, quella del racconto di qualche giorno fa, ha compiuto 90 anni e ha fatto un rinfresco a casa sua per festeggiare. Nonostante non stesse bene a causa dei postumi dell’influenza, era lì a preoccuparsi che tutti mangiassero e bevessero. E dopo aver spento le candeline non si è messa seduta fin quando non si è fatta una foto con tutti. E ha detto che quando non ci sarà più vorrà essere ricordata proprio per quel momento di gioia. Ed ecco il messaggio più bello oltre quei buchi: suscitare nel ricordo più che un vuoto, un sorriso. L’obiettivo più importante di tutti. Il resto è noia.
Un bacio a Roberto di buona guarigione e tanti auguri alla mia fighissima vicina.