Durante una telefonata di allineamento sullo stato di salute Roberto, ci mettiamo a parlare dei ragazzini che in questi giorni riempiono tutti gli spazi media: Greta, Rami e per finire Simone di Torre Maura. Gli dico che è una bella risposta a quelli che parlano male delle nuove generazioni. Che le vedono iperconnesse virtualmente ma isolate dal mondo vero. Perché qui c’è la prova che i giovani, come dall’inizio dell’umanità, continuino ad esserne l’avamposto, nonostante chi è venuto prima, fin dai tempi di Socrate, le critichi aspramente. E continuo dicendogli che basterebbe ricordare come eravamo noi. Che giovani siamo stati noi e riflettere su che mondo abbiamo lasciato a questi giovani che ci hanno sostituito. Lui si spazientisce, mi dice che ho ragione ma che anche la retorica alla libro Cuore è fastidiosa. Che lui quei ragazzi se li abbraccerebbe uno per uno, che li apprezza moltissimo ma che ritenerli eroi è sintomo di un mondo di grandi che non va proprio, che non va lento o sta fermo come è accaduto in passato, ma sta tornando rovinosamente indietro. Che incapace di prendersi responsabilità, dichiara eroico e santifica chi mostra, attraverso il fare e il parlare o il solo essere, una verità sotto gli occhi di tutti, che il re è nudo. Come dire, i giovani fanno il loro lavoro, come sempre, siamo noi vecchi che stiamo facendo parecchio male il nostro. Che non abbiamo seppellito solo i sogni giovanili, come è sempre stato dalla notte dei tempi, ma ci stiamo anche sottraendo pericolosamente al decoro e alla saggezza dell’età adulta.
Da rifletterci. Buona giornata!☀️