E alla fine siamo arrivati al tema delle abbuffate che ho cercato finora di dribblare. Per me, avendo iniziato la dieta una settimana prima, non è stata una Pasqua di quelle da ricordare in questo senso. Con l’aggravante che non c’è stato uno che non mi abbia chiesto se non avessi potuto aspettare dopo Pasqua per iniziare e io a rispondere che la situazione mi era talmente sfuggita di mano che anche solo un’altra settimana di ‘vabbè poi tanto mi metto a dieta’, mi sarebbe costata almeno altri 2 kg da smaltire. Concetto espresso in modo chiaro dal disegno irriverente di Roberto ‘il buongustaio’, quello che, oltre al saper disegnare, ha un altri due talenti: cucinare e mangiare. Sul primo non ho mai mangiato nulla di cucinato da lui ma ogni tanto mi manda foto di creazioni sublimi mostrando una grande indelicatezza nei miei confronti che non so cucinare e che mi impongo di mangiare da sempre, con interruzioni assassine, insalatone che ti ci fanno credere ma di abbondante non hanno proprio nulla. Per la seconda, il talento di mangiare, mi ricordo che quando ancora lavoravamo insieme, era diventato il preferito delle signore della mensa visto l’entusiasmo che sapeva comunicare quando gli facevano trovare gli spaghetti aglio e olio; che queste pensavano fosse per la loro capacità di realizzazione mentre la verità è che gli erano stati proibiti a casa per motivi di salute e se li sarebbe mangiati conditi pure con l’olio del motore.
Ma tornando al tema da cui siamo partiti, oggi che abbiamo la fortuna di non dover aspettare dei giorni speciali per mangiare, le abbuffate delle feste sono diventate le grandi occasioni per ritrovarci con le famiglie. Come diceva Maria Teresa commentando il post sull’amore stanco, occasioni uniche per vedere intorno ad un tavolo tutti, giovani e meno giovani. Per condividere in allegria qualche giornata l’anno in cui la tradizione si detesta a parole ma si ringrazia nel profondo del cuore. Perché la parmigiana, la lasagna, gli arrosti o i trionfi di dolci sono solo lo scenario ma quello che conta è l’amore che quel giorno c’è di più. E se poi il giorno dopo si ritorna nell’ordinario, e il cibo come l’amore ritornano sotto livelli di guardia, ci sta ma non per questo quei giorni valgono meno. Anzi.
La prossima mangiata è il primo maggio. Di solito si festeggia con gli amici ma se non ci si sta attenti quest’anno con questa sequenza, sarà l’anno d’oro dei nutrizionisti.
Buongiorno a tutti!