Sempre a proposito di maglie.
Marco si è addormentato in sala con la luce accesa e la finestra aperta. Sono le 4 mi sono svegliata e sono andata a dirgli di andarsene a letto. Vorrei tornare a dormire ma non ci riesco. Mi metto a leggere qualche notizia e mi ricordo dell’addio di Totti alla Roma e di qualche battuta, letta in giro, sull’assenza di congiuntivi durante la conferenza stampa. Sono della Roma da sempre ma mai stata tifosa accesa. Sono nata e vivo in questa città di cui il calcio è parte integrante. Che non c’è bisogno di Sky per sapere come sta andando la partita, basta lasciare aperte le finestre; lo capisci dai silenzi, dalla tensione che si percepisce, dalle grida per un goal mancato e per la gioia di uno messo a segno. Ecco per me la Roma è questo un amore corale che riempe i cortili, le strade, gli autobus, i bar. E Totti prima e sempre la bandiera di un calcio antico, fatto di cuore prima che di gambe.
Dopo aver ascoltato l’intervento di ieri, mi viene da dire che chi ieri, dopo l’esternazione del capitano (a Roma solo lui si può fregiare di questo titolo ed è un altro grande motivo di orgoglio!), ha da rilevare solo qualche inciampo lessicale, merita davvero la classe dirigente che popola ogni dove di questo Paese. Quella che si nasconde dietro ad un dito, che non ci mette la faccia ma tante scuse, che è attenta più al proprio tornaconto che a quello di chi rappresenta, che è priva di coraggio e passione, che è incapace di decidere e soprattutto non molla mai sedia o poltrona che sia.
A tutti questi accademici della Crusca, voglio di dire che (forse) Totti non potrà insegnare l’italiano ma tutto il resto sì. ‘Statece’.
Buongiorno!

Totti e ciò che conta
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2 risposte a “Totti e ciò che conta”
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Per me Totti è una di quelle persone che parlano con il cuore in mano
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Anch’io lo credo!
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Che ne dici?