Sono le 4 di notte; sono a casa di un’amica al mare. La tapparella vibra. Fuori la bufera. Mi alzo, la tiro giù completamente. Torno a letto sicura ma al buio non prendo bene le misure e vado per terra. Ci metto un paio di minuti a capire che è vero, che sono andata giù di sedere e gomito. Rido da sola e mi rialzo sperando di non essermi fatta male che sarebbe imbarazzante. Nulla, non mi sono fatta nulla. È il primo fine settimana che mi muovo da Roma. Non avevo letto le previsioni. Le ho lette ieri e ho sperato in un errore. Nessun errore. Piove e tira vento che capisci in un secondo perché si dice ‘tira’. Ho letto quelle per l’oggi che si sta facendo e la situazione non sembra migliorerà. La mia prova costume è durata due ore: ammetto di esserci arrivata con una preparazione migliorabile ma non certo da meritare una reazione così violenta. Reazione incomprensibile come, a pensarci bene, tutte quelle che in questo periodo mi tornano indietro. Più spesso da quelli che amo e verso cui più mi impegno. Che ti sembra di sbagliare costantemente tutto. E magari è anche cosi.
Ieri sera dicevo ad Alessandra che mi piacerebbe una volta tanto non dover faticare per ottenere qualsiasi cosa; che vorrei una botta di fortuna di quelle che dici è ‘arrivata che non me lo aspettavo’. Come per esempio dimagrire mangiando.
Poi cercando il disegnetto nell’archivio, ho trovato questo e anche la risposta. Sembra che dica ‘spóstati che piove solo in quel punto’. Che dica ‘le tempeste si possono anche evitare, mica bisogna affrontarle per forza. Spóstati’. Ho deciso che mi sposto. Già mi sento meglio. Se non fosse per l’allergia riuscirei anche a tornare a dormire. Ma io mi sposto. Giuro che mi sposto. 😁
Grazie Gló
