Se sei una mamma con prole nell’intorno della maggiore età che sta in vacanza con gli amici al mare, non importa se in Versilia, Rimini, Gallipoli, Mikonos o Lloret de Mar, confessa che:
1) utilizzi lo stato di whatsapp per verificare in sequenza che sta bene, a che ora è andato a dormire e a che ora si è svegliato (le più abili confrontano anche gli stati degli amici);
2) a forza di controllare il trova amici o similari sei diventata così esperta di stradari che potresti fare il taxista ovunque l’erede abbia soggiornato;
3) l’avvento delle Instagram stories ti ha aperto nuovi confini sempre che tu non sia stata bloccata; nel qual caso, hai chiesto almeno una volta ad amici e parenti, non esclusi dalla condivisione, di farti dare una sbirciatina.
Non so, forse stavano meglio le nostre madri che avevano solo il tempo di un gettone per sedare tutte le ansie: Come stai? Andate d’accordo? Mangi abbastanza? (a pensarci ora ma quanto è bella questa domanda?) Quando torni?… ; a cui si poteva nascondere qualcosa (sempre poco ma meglio di niente); che provavano la gioia di rivederti dopo quella settimana di vacanza e guardarti, in assenza di file multimediali, come se di ritorno dalla guerra.
Quello che so è che l’unico metodo, oggi come allora, che usiamo per sopravvivere alle vacanze, alla lontananza dei figli, è provare a non preoccuparci, concentrandoci sul fatto che stanno godendo di momenti unici che ricorderanno per tutta la vita. Che, lato nostro, ci sono vantaggi come il bagno libero e la casa in ordine. Che appena ritorneranno, ricominceranno battaglie e discussioni. Che, alla fine, quei giorni durano sempre troppo poco. Per loro ma anche per noi.
Buona giornata!