Pittbull

Mentre girovago sulla bacheca di FB incrocio un post del mio amico Alex che racconta di essere rimasto vittima, mentre è in vacanza sul lago di Garda con sua moglie Carmen, del morso ad una mano di un pittbull per salvare da un attacco di quest’ultimo il suo cane Kyra. Lo chiamo subito per capire cosa sia successo e soprattutto per conoscere il decorso. In sintesi, spavento immenso e dubbi sul da farsi soprattutto in relazione all’antirabbica. Poche e confuse le informazioni sul padrone del cane e anche quelle su cosa fare in casi come questi. Dico a lui e a Carmen che se posso fare qualcosa ci sono e di farmi sapere. Scrivo a lei qualche giorno dopo e mi dice che la prognosi è di 12 giorni ed è un po’ preoccupata per il ritorno; il viaggio è lungo e lei non guida e teme che Alex non ce la faccia. Le dico che sono in ferie e posso andare a recuperarli senza problemi. Faccio un biglietto e parto venerdì mattina. Mi vengono a prendere alla stazione. L’ultima volta li avevo visti alla presentazione del loro magnifico libro ‘Tutta la vita dietro un dito’ di cui avevo qui già scritto e mi faceva ridere che sempre un dito, stavolta ferito, me li faceva incontrare nuovamente nel giro di poche settimane quando di solito, pur mantenendo vivi i contatti, possono passare anche mesi senza vederci. Arriviamo a casa e conosco per la prima volta di persona Kyra, protagonista di tanti racconti di Alex ma che non avevo ancora avuto occasione di incontrare: occhi umani e pelo di velluto dorato infila la testa fra le mie gambe ed è amore a prima vista. Un tempo avevo paura dei cani ma ora non più. È il più grande regalo che ho ricevuto da Mimí, la nostra pincherina che ci ha lasciato troppo presto. In ogni cane che incontro cerco e ritrovo il suo sguardo e da allora non ho mai più provato timore.
Tornando agli umani di questa storia, nonostante le premesse siano legate ad un’emergenza, in un attimo la giornata si trasforma in un’occasione per stare insieme, parlare, vedere posti meravigliosi e mangiare cibi buoni di una tradizione antica e rassicurante. La notte dormo benissimo come non mi succede da tempo e affrontiamo, con estrema calma, il ritorno. Alex sta meglio e di fatto guida quasi sempre lui ma avere la possibilità di un cambio, seppure di livello sicuramente inferiore (!), lo fa sentire più sereno e mi fa piacere. Arrivati a Roma ci salutiamo, Kyra compresa, e mi sembrano passati giorni, non solo uno.
Morale:
1) è bello che gli amici chiedano aiuto e ti offrano la possibilità di sentirti utile (io la chiamo generosità), ed è altrettanto bello dire di esserci nel momento del bisogno che poi però è vero.
2) i cani sono figli a tutti gli effetti, la differenza è solo che non crescono mai. Li si ama e li si difende in modo incondizionato. E chi non lo capisce è solo perché non ne ha avuto mai uno.
3) anche dalle situazione peggiori si può tirare fuori il meglio. In tanti sono andati in soccorso di Alex per salvare lui e Kyra e sono poi passati a sentire come stavano. Ma non solo. Superata la paura, la preoccupazione di Alex e Carmen è stata per la sorte del pittbull che al momento é stato messo in un canile, cosa per la quale, seppure necessaria, sono entrambi assai dispiaciuti.
4) ci sono giorni talmente pieni di cose e di emozioni che un post è uno spazio angusto per raccontarle tutte e dispiace.
Ho raccontato a Roberto la storia e lui ha cinicamente pensato di rivedere il disegno che aveva fatto per l’uscita del libro. Un genio vero. 😁

 

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