L’importante è rialzarsi

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Martedì sono caduta. Killer il cellulare con cui stavo mandando un messaggio mentre camminavo e una radice di un albero. Un volo come non ne facevo da tempo. Di quelli che pensi, in quel secondo che ti manca la terra sotto i piedi e in cui chiudi gli occhi, che stavolta sia quella che ci resti davvero sull’asfalto. Poi invece li riapri e ti accorgi che sei viva e subito dopo che ti sei vestita di chiaro, che ti sei inzaccherata e devi andare a qualche improrogabile appuntamento e che soprattutto non riesci ad alzarti come vorresti o semplicemente avresti fatto qualche anno fa.

Mentre questi pensieri passano rapidi attraverso la mia testa correndo da una parte all’altra, mi si avvicina una ragazza, che mi raccoglie il cellulare, la borsa e tutto quello che è esploso nella caduta e mi dice con gentilezza di prendermi il mio tempo per rialzarmi che lei resta lì e non ha fretta e poi mi da una mano e mi chiede con premura se ce la faccio a camminare. La guardo, ha un accento inglese, una camicia bianca di pizzo che la rende ancora più celestiale e un sorriso accogliente che mi fa sentire subito meglio e soprattutto meno ridicola. La tranquillizzo che è tutto ok e, nonostante mi senta scombussolata, la ringrazio e la saluto. Ho ancora tanta strada per arrivare dove devo, il piede, saprò dopo, avrà bisogno di 10 giorni per riprendere servizio (nulla di rotto ma un trauma di tutto rispetto) ma non sono stranita nonostante questo piccolo incidente mi impedisca di fare in gran parte le mille cose in programma in questi giorni. A rileggerla, come sempre stavo correndo, qualcosa mi ha fermata e qualcuno mi ha detto di prendermi, gentilmente, il mio tempo. Che poi è la stesso che dice sempre la mia amica Conc: ‘se non ti fermi da sola quando ne hai bisogno, ci pensa qualcuno o qualcos’altro a fermarti’.

La voglio considerare la prova pratica del metodo ‘anche meno’. Nel senso che fare più cose insieme è pericoloso e che se ci fermiamo non succede nulla. Il mondo va avanti lo stesso e anzi, quello che facciamo di solito assume più valore. Sul fatto che, invece, ogni volta che sono caduta (non è successo spesso fortunatamente) avevo addosso qualcosa di chiaro, è sfiga e non ci si può fare nulla. O forse sì: ridere, che fa sempre bene.

Buon we!

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