Sono a casa da qualche giorno. Va meglio anche se continuo ad avere un dolorino di fondo, ben nutrito dall’umidità di questi giorni. A proposito di tempo, questo mio stop forzato è la prova che quella che può sembrarci una disgrazia può rivelarsi un’opportunità. Per carità me la sarei risparmiata ma restare a letto e non dover affrontare i temporali di questi giorni, non tanto per l’acqua quanto per la gara di sopravvivenza in cui si trasformano in una città come Roma, mi regala momenti di immensa felicità.
Ieri mattina Roberto mi manda il consueto messaggino con ‘hai posta’. Vado subito curiosa a vedere e rido per il disegno ma ancor più per il titolo: ‘l’anche meno della convalescenza’. E niente, mi conosce troppo bene; mi ha disegnata su una sedia e invece sto più comodamente su una poltrona ma, ha ragione, da seduta riesco a fare di tutto (o quasi). Perché quel cellulare che mi ha fatto cadere mi ha anche consentito di muovere comunque tante cose: finire di organizzare la festa di compleanno di Marco, farmi portare la spesa, pagare le bollette, tenermi in contatto con il mondo. Qualcosa ho dovuto delegare ma ci sta. E qualcosa recupererò da venerdì quando tornerò, spero, alla normalità. Senza forzare però. Perché, anche se Roberto non ci crede, l’aver cominciato a prendere le cose con un po’ di distacco mi ha permesso di vivere, con serenità, anche questa situazione. Anzi trovarci del buono. Come raccogliere un po’ d’affetto concentrato, un po’ di energia positiva da chi ho intorno che ci voleva proprio.
Buona giornata! Ai romani, buona fortuna
Ma avremo bisogno. Guarisci presto!
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Grazie!
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