Sulla mia rubrica del telefono ti ho memorizzato come ‘Figlio’ e quando mi chiami, tutto, proprio tutto, viene dopo. Perché tu, come tutti i figli, anche quelli che le altre mamme registrano sul cellulare più convenzionalmente con i nomi di battesimo o con i nomignoli di famiglia, se chiami hai sempre bisogno di qualcosa e anche solo il sospetto che, questa volta qui, sia per qualcosa di serio, mette in secondo piano qualsiasi cosa io stia facendo. Eppure, nonostante io ritenga di aver raggiunto progressivamente una velocità di risposta e una capacità di problem solving da far impallidire l’assistenza di Amazon, per te non sono mai abbastanza. Per te non rispondo mai, non ti do attenzione. Non mi curo di te che si vede soprattutto dal frigo ‘sempre’ vuoto che ti lascio (ndr per quanto e quanto velocemente mangi, dovremmo vivere alla Carrefour per non avere problemi di rifornimento). Ti senti trascurato quindi ma, nello stesso tempo, mi accusi costantemente di essere troppo presente, di impicciarmi di cose non mie, di non farti respirare e non lasciarti spazio vitale.
Ammetto, non ero preparata a tutto questo. E in quest’ultimo periodo in cui tutto si è acuito, questi contrasti mi hanno creato non pochi dubbi esistenziali.
Oggi però, caro ‘Figlio’, è giorno di festa e armistizio perché siamo arrivati ad una tappa importante, i fatidici 18 anni, quelli che ‘appena li faccio farò quello che mi pare’, ‘quello che ti pare lo farai quando esci da questa casa’, ‘ok me ne vado’, ‘non vedo l’ora’, ‘poi però non piangere’….
Oggi come per magia diventi ufficialmente responsabile di te stesso e dopo 18 anni di onorato servizio va in pensione la mia firma e anche la mia responsabilità genitoriale. Si chiude una fase importante della vita e non so cosa augurarmi ma, anche se emozionata e confusa, so bene cosa augurare a te. In primo luogo che, pur potendo contare sempre e incondizionatamente sul mio aiuto, tu vi possa ricorrere sempre meno. Poi, che possa raggiungere, con il sole in fronte, tutti i tuoi obiettivi, anche quelli che non condivido. E ancora, che tu sia rispettato ma ancora di più rispettoso; che il tuo frigorifero sia sempre pieno come lo vuoi tu (!) e che, soprattutto, tu sia felice. Davvero felice. Immensamente, felice. Che a pensarci bene è il più bell’augurio che io possa fare anche a me. Perché ti amo come non potrò mai amare nessun altro che, hai ragione, è la cosa più bella e insieme più brutta che ti potesse capitare.
Buon compleanno ‘Figlio’. Buona vita Marco!
Auguroni! Tra due settimane tocca al mio…quasi coetanei!
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Emozioni belle.
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