Ci siamo quasi: due settimane e finalmente ci saranno le vacanze di Natale. Quest’anno me le farò lunghe come quando andavo a scuola. Sono stata presa da tante beghe, anche importanti, che non vedo davvero l’ora di potermi spegnere almeno sul lavoro. Ho disperso in giro talmente tante energie che ho bisogno di ritrovare uno spazio minimo vitale per recuperarle. E di occuparne meno fisicamente. Di ritrovare una forma decente soprattutto fuori. Che a forza di darmi gratificazioni solide o liquide per essere riuscita a fare questo o quello, mi sono nuovamente estesa di superficie e densità. E non va bene. Perché il passaggio dalla felicità che può offrirti il gusto di una cibaria o un buon bicchiere di vino all’infelicità che può causarti la vista nello specchio è un attimo. E non posso neanche contare sullo stress che non mi ha mai fatto perdere un grammo. Posso solo contare sullo stop. Di tanto in tanto, infatti, mi fermo e vado di recupero. Dove sto, sto. Pure vicino a Natale. E in genere per meglio depurare corpo e mente, cammino. Cosa sulla quale quest’anno non potrò, purtroppo, contare perché i postumi della caduta sul piede sono ancora tutti lì e non demordono. Ma questo è un motivo in più per iniziare subito. E mi è bastato anche solo pensarlo seriamente per sentirmi già più magra e leggera. È anche questo parte della mia nuova filosofia di vita: #anchemeno pure in cucina.
