Mio figlio ha preso la patente e la mia macchina è finita in condivisione. Non so come andrà ma ieri e oggi, visto che mi ha chiesto di poterla usare il pomeriggio (l’entusiasmo dei primi giorni!),dopo mesi che non lo facevo, sono andata al lavoro in metro e devo dire che sono tornata a casa molto meno stanca del solito e più tonica. Che è la prova che guidare in una città come Roma implica una fatica aggiuntiva che, superata una certa soglia, non compensa la comodità; che camminare rimette in circolo energie positive; che poter osservare chi mi viaggia accanto, immaginare storie, amori, case, famiglie, invece di litigare per una precedenza o per un rallentamento (quasi sempre il mio!), è il modo migliore con cui decomprimere le pressioni accumulate. E sono anche due giorni che invece di assemblare la cena, riesco addirittura a cucinarla. Ed è stato bello riscoprire quanto mi piaccia disporre di quell’andata e ritorno, come dice Roberto, con sopra il cielo e non il tettuccio di una macchina. Non devo farlo sapere al pargolo ovviamente ma non c’è pericolo: non legge mai quello che scrivo. Chissà se un giorno lo farà e si mangerà le mani scoprendo tardivamente che usando la mia macchina il favore lo stava facendo lui a me e non io a lui come gli lascio credere. Buona giornata!
Ed è arrivato anche il disegnetto di Roberto che, come al solito, sintetizza luogo, situazione e anche la mia faccia in modo unico e irripetibile! 😂😂😂
La metro ha indubbi vantaggi e altri svantaggi. Purtroppo su distanze e tempi così dilatati come quelli della nostra città, non esiste una scelta ideale. Forse l’unica è proprio alternare i mezzi, in modo da distribuire le scocciature!
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Con la metro non mi è mai capitato di arrivare in ritardo. Parlo della B.
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