Colpi di spazzola

Sabato sono andata a mettere gas e benzina e ho fatto rimettere anche le spazzole dei tergicristalli che il mio ex marito mi aveva sollecitato a cambiare, data l’usura di cui si era accorto quando l’aveva presa per andare in Toscana con Marco che può guidare solo la mia. Domenica sera pioveva e ho rischiato la vita mia e delle passeggere perché quando ho acceso le spazzole si sono incastrate fra loro e sono apparse immediatamente inutilizzabili. Fortunatamente non è successo nulla di grave ma ieri mattina sono tornata all’alba da chi me le aveva messe, prima che per farmele cambiare per dirglielo, e la risposta è stata che non era colpa sua che lui le aveva montate bene e che il problema era di fabbrica. I toni si sono alzati e alla fine sono scoppiata a piangere lasciando senza parole il benzinaio (e anche me stessa a dire il vero) che a quel punto mi ha detto che gli dispiaceva, che si rendeva conto dello spavento ma che non era stato suo il problema e che non poteva controllarle tutte. Detto che mi resta il sospetto che ne abbia montata una più lunga del dovuto e che sia stato questo a provocare l’incidente, mi preme decodificare l’episodio. Si trattava di una piccola manutenzione segnalata ma non risolta da chi poteva farlo in un qualsiasi autogrill all’andata, durante o al ritorno del viaggio nel quale se ne è accorto; l’ho fatto io (la macchina è mia ci vorrebbe!) affidandomi a chi lo fa per mestiere che si è detto estraneo ai fatti allorché sono tornata a raccontargli che ci potevo lasciare la pelle.
Intanto ho provato da vicino quanto una cosa che appare tanto insignificante, come le spazzole, possa mettere a rischio le persone, che a pensarci il brividino lo provoca senz’altro. Poi ho anche sentito quel senso di solitudine profondo che ti prende quando nessuno di cura di te. Poi ancora ho preso coscienza che i cavalieri sono definitivamente estinti. E, infine, la più tosta tra tutte da digerire, ho avuto prova della scomparsa completa del senso di responsabilità. Non è mai colpa di nessuno.
Che ci sia da piangere metaforicamente ci sta tutto, io come sempre vado oltre e ho pianto davvero. Mi sono liberata e poi sono stata meglio. Che tra tutte le favole che ci hanno raccontato da piccole almeno questa è vera.
Buongiorno e ora di alzarsi e mettere all’aria il piumone!
(Nel disegnetto, a guardare bene, ci sono anche io 😳😁)

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