Mi è piaciuta molto la proposta di Fabio Fazio di mettere in fila le cose stiamo imparando in questi giorni. Ecco le mie, tra il serio e il faceto. Se vi va postate le vostre.
Io ho imparato che:
⁃ ci si abitua a tutto meno al lunedì che rimane comunque un giorno da cancellare;
⁃ abbiamo talmente bisogno di zone di comfort che siamo riusciti in meno di una settimana a trasformare in quotidianità anche gli appuntamenti cantati delle 18;
⁃ capisci l’importanza delle cose solo quando le perdi davvero ma, allo stesso modo, capisci anche quelle di cui non ti frega niente;
⁃ il caffè, il the o l’aperitivo con le amiche su whatsapp, Skype o Teams non è lo stesso che di persona ma qualche cattiveria riesci a dirla lo stesso;
⁃ se resti a casa tutto il giorno, non importa se sei da solo, in coppia o in 15, la lavastoviglie e la lavatrice diventano il centro dei tuoi pensieri, come a Natale;
⁃ se stiamo tutti a casa i secchioni dell’immondizia non si riempiono mai;
⁃ mio figlio, grazie al suo naturale e salvifico egoismo adolescenziale, resiste alla grande e si sa organizzare le giornate molto meglio di me ma non mi spiccia casa;
⁃ mia madre sclera quando sente quelli che si lamentano di dover restare a casa per salvaguardare ‘i vecchi’ perché l’hanno educata a rispettare gli anziani e non si capacita di come si sia perso questo valore; mi piace perché è un pensiero in cui la sua età non c’entra nulla;
⁃ una situazione brutta ci avvicina come per magia agli altri, quelli che c’erano, quelli nuovi e quelli che con meraviglia ritrovi, ed è una sensazione avvolgente che fa stare bene;
⁃ gli stronzi, invece, rimangono tali anche in caso di pandemia (senza turpiloquio non rendeva parimenti)
⁃ quando suona l’inno di Italia per una vittoria sportiva emoziona ma quando suona per farci sentire parte di un tutto commuove. E anche Roberto, in questa circostanza, cede ‘senza’ pudore (o forse ‘con’ ma #chisseneimporta)
#andràtuttobene (continua…)