Roberto mi ha mandato ieri sera questo disegno. Ha ragione, è qualche giorno che non scrivo. In realtà in questi giorni ho un pensiero fisso. Penso a tutte quelle persone che lavoravano fino ad un mese fa, soprattutto a quelle prive di tutele, che si trovano oggi avendo perso il lavoro in grande difficoltà. Stiamo tutti a casa per salvarci ma a qualcuno sta costando molto più degli altri. E non è giusto. Nessuno si salva da solo vale anche per questo. Bisogna trovare il modo, finché non saranno le istituzioni a risolvere, di redistribuire ciò che abbiamo per giustizia, non per bontà. È per questo che mi piace molto il cuore ma non la forma con cui girano messaggi di disponibilità ad offrire una colazione, un pranzo o una cena. Mi piacerebbe che questi messaggi, la spesa sospesa, restituissero a tutti noi il senso vero di comunità e quindi non si invitassero i potenziali beneficiari a non vergognarsi ma anzi li si pregasse di accettare per dimostrargli la nostra gratitudine. Un grazie per un sacrificio che gli riconosciamo essere, oggi, più grande del nostro. Sembra una sfumatura ma non lo è.
