Oggi è la festa della liberazione. Mi viene in mente che questo evento, che cambiò radicalmente la vita dei nostri nonni e dei nostri genitori, è qualcosa che la mia generazione, nativa repubblicana e democratica, ha potuto acquisire unicamente dal racconto di chi c’era e dai libri. Che non è la stessa cosa che vivere il passaggio. Quel passaggio vissuto, invece, dai più anziani delle nostre famiglie. Quelli di cui si è parlato tanto in questi ultimi due mesi perché attaccati, più degli altri, da questo virus infame. Quelli amati e rispettati, quelli soli e abbandonati. Quelli che qualcuno ha insultato ritenendoli la causa principale della necessità di lockdown e che invece in molti casi non siamo neanche riusciti a proteggere. Quelli che ci hanno lasciato in eredità una libertà che prima non c’era. Una cosa che capisci solo quando ti manca. Come in questi giorni. Che ci pesa anche se è per il nostro bene e se abbiamo la TV.
Buon 25 aprile!
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