Diventare migliori

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Durante il lockdown si è discusso a lungo sul se saremmo diventati migliori e ancora oggi se ne discute. Da parte mia propenderei per dire che chi era sulla strada di una revisione in meglio della sua esistenza abbia senz’altro potuto approfittare di questo momento ma che agli altri più che una quarantena sarebbe servito un miracolo. Quello che invece è certo è che non è andato tutto bene e che siamo diventati più tristi. Prima che succedesse tutto, ero arrivata ad un pericoloso livello di stress. Ogni mattina, bloccata nel traffico per andare in ufficio, mi chiedevo se quella fosse vita. Mi dicevo che se mai mi fosse stato consentito di pianificare i miei 85,2 anni di vita (fonte istat 2019 speranza di vita donne Italia) non mi sarebbe mai venuto in mente di spenderli in un modo tanto assurdo: ore in macchina, sempre di corsa, relazioni forzate e spesso tossiche, rari momenti di relax e un mucchio di soldi per sostenere quel delirio(benzina, vestiti, inutili beni di conforto da shopping compulsivo, cibo spazzatura, fino ad arrivare allo psicologo e a farmaci, più o meno naturali, per favorire il rilassamento). Poi si è tutto fermato fino ad arrivare all’eccesso opposto. All’inizio, non nego di aver ripreso fiato e aver goduto di quella stasi inaspettata ma c’è voluto poco per capire che sempre di baratro di trattava: una sorta di foto in negativo del prima. E che l’obiettivo, a questo giro, non può essere che in quel mezzo tanto cari agli antichi. Oggi, infatti, in una Roma abbandonata e deserta in una modalità che in passato si è vista solo la settimana di ferragosto, siamo sicuramente diventati più tristi. Molti negozi hanno chiuso, turisti non ce ne sono, la crisi è palpabile e anche i privilegiati dello smartworking, cominciano a boccheggiare per il protratto isolamento. Perché se è vero che si tratta di modalità irrinunciabile per favorire il benessere soprattutto in una città complicata come la nostra, non garantire annessi momenti di condivisione abbassa la propulsione creativa e la passione con danni certi per i singoli e per le formazioni sociali e produttive di cui fanno parte. Questo per dire che per caso si può diventare tristi, allegri, ricchi e poveri. Perfino madri e padri, ma per caso, di certo, non si può diventare migliori. Per diventare migliori bisogna impegnarsi. Più che per diventare peggiori che invece è un attimo. Che le circostanze possono aiutare ma solo chi le domina e non le subisce. Prima come dopo. Quindi, visto che non è andato tutto bene, facciamo almeno in modo che vada un po’ meglio. Forza! Buona giornata! ❤️

Ed è arrivato anche Roby in positivo/negativo!

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