Come si esce dai momenti difficili? Credo che semmai qualcuno riuscirà a dare una risposta davvero efficace, farà più soldi di chi riuscirà a trovare la formula per dimagrire mangiando carbonara, amatriciana e tiramisù al pistacchio. Che con l’insalata, diciamocelo, sono capaci tutti.
In questi ultimi mesi mi si sono palesate diverse difficoltà in progressione, alcune molto dolorose, altre solo complicate. E come capita tutte insieme. Che non credete a quelli che vi dicono che come arrivano tutte insieme, tutte insieme se ne vanno. Perché arrivano tutte insieme, o alla spicciolata, ma solo alcune se ne vanno, altre restano in parte, altre ancora restano tutte. E comunque, se se ne vanno, ne arrivano altre. Che non è pessimismo ma realtà. Che la questione è tutta qua: la vita non è un succedersi di momenti infelici a momenti felici. A parte situazioni estreme, la vita è un nodo unico inestricabile di situazioni felici e non. E aspettare che passi la buriana quando arriva, semplicemente non serve. Almeno questo è quello che ho imparato io. È per questo che quando si è tristi per la perdita o la malattia di una persona cara, per un lavoro che non ci appaga, per un amore finito, per il tradimento di un amico, per un nido ormai vuoto, per una situazione economica migliorabile, o anche per tutto insieme, non bisogna fermarsi ma al contrario cominciare a camminare. Come e verso dove non è importante. Mettersi le scarpe e camminare, sul serio, ma anche con la testa e il cuore. All’inizio è dura, durissima ma poi, conquistando con determinazione ogni singolo giorno, come dice Ale, il cielo si comincia a dipanare. E mentre si cammina, dopo un po’ tutto appare più chiaro. Anche e soprattutto dove dobbiamo andare come dice la voce narrante de Il Colibrì di Sandro Veronesi (eh sì mi è piaciuto assai!): per andare dove non sai, devi passare per dove non sai’. È per questo che riempio le giornate non di attività qualunque per tramortirmi ma di cose belle alla portata: scrivere, utilizzare altrove le competenze che in questo momento sono a riposo forzato, farmi coccolare dagli amici senza fare capricci, parlare con chi non riuscivo a farlo da tempo, leggere e ascoltare storie, fare manutenzione alla casa, chiudere questioni rimandate per fare ordine e poi camminare.
Come racconto da tempo, io cammino da molti anni, mi è sempre piaciuto, mi ha sempre rilassato e aiutato a fugare i pensieri negativi. A giugno però ho fatto un corso di fitwalking. Conoscevo l’istruttore ed è stato più facile buttarsi in questa nuova esperienza che mi ha consentito di spostare avanti e migliorare i benefici fisici e mentali. Ebbene ieri ho partecipato alla mia prima gara a cronometro di 10 km. A 53 anni, per la prima volta. La prima buona notizia è che l’ho terminata (!) e la seconda è che ho fatto un tempo che solo un mese fa non avrei mai neanche sperato. Ieri ero felicissima non solo per il fatto in sé ma per essere riuscita a non far passare questo tempo complicato ma ad utilizzarlo. A servirmene e a non lasciargli la palla. Che è l’unico modo che conosco per uscire dal pantano. Che non è la formula magica di cui parlavo all’inizio che farà diventare ricco chi la inventerà, ma è gratis e se vi va provatela. Funziona. Davvero.
Maru parla, parla e poi (fortunatamente) c’è Roberto! 😁🤩
Buona giornata!