Sabato. Dopo più di un mese tiro il fiato. È la prima mattina da dopo le vacanze che finalmente posso restare a letto e rimandare gli impegni senza nessuna conseguenza. Mi sono svegliata tardi per i miei standard e mentre chatto con Marco che condivide con me come si sta organizzando per risolvere delle beghe casalinghe, accendo la tv e mi porto la colazione a letto. Mi godo questa coccola solitaria e pregusto già la lettura del resto di un libro lasciato là da qualche giorno. Ieri sera ho visto Annamaria e davanti all’aperitivo più alcolico e calorico che si sia mai visto, ci siamo ritrovate a raccontarci i dettagli del cambiamento di lavoro avvenuto nell’ultimo mese per entrambe. E anche di tutto il resto a contorno che è poi sempre la parte più interessante. Annamaria è la mamma di una compagna di liceo di Marco con cui ci siamo sempre trovate vicine nei pensieri e nelle posizioni, sentite e scritte ma mai viste fino a quest’anno in cui di tanto in tanto, lockdown permettendo, ci siamo incontrate per aggiornarci sulla vita che va. Anna è una donna forte di quelle che trovano soddisfazione nel realizzare le imprese impossibili. Una di quelle tutte di un pezzo che non si sottraggono però alle sorprese della vita. Toste ma flessibili. Determinate ma aperte all’ascolto degli umani e anche dei segnali dal mondo. Una donna coraggiosa che si è buttata e anche ferita a volte ma che non rimpiange nulla. Tutta una serie di cose che mi risuonano e che mi danno fiducia nel presente e nel futuro. Quando parla ti guarda dritto che è qualcosa che mi piace sempre e ha un’acconciatura asimmetrica che sembra proprio la rappresentazione delle sue due anime. Due anime definite e sullo stesso piano. Mentre chiacchieriamo inanellando tutto ciò che ci è successo negli ultimi mesi, tira la testa all’indietro, ritorna avanti e mi racconta di una frase del padre, ottimista e positivo, da poco scomparso ma solo dalla vista, come tutti coloro che restano nei vivi: ‘la vita è tutta un problema ma quando i problemi finiscono finisce la vita quindi evviva il problema!’. Ci lasciamo così. La accompagno alla macchina e mentre torno a casa, ripenso al nostro incontro e a qualcosa di importante che uscito da quello scambio apparentemente leggero, da fine di settimana. Da decine di parole in libertà intramezzate da risate e anche da qualche sguardo lucido. Ho avuto un’illuminazione che non voglio trascurare. Non è importante di cosa si tratti ma è importante come meravigliosamente si inquadri con il tutto. Il problema da risolvere che è la vita stessa. Buon fine settimana.