Lo smartworking è una grande invenzione e chi può usufruirne un grande privilegiato.
Vero è però che cambiare lavoro a distanza, sebbene all’interno della stessa azienda, non è facile. Soprattutto se si tratta di qualcosa davvero di molto diverso da quello che si faceva, non si conosce nessuna delle persone con cui ci si trova a lavorare e, di fatto, si ricomincia da capo. Come se tutto quello che è accaduto prima non contasse più. O meglio ancora, non serva proprio. Che è qualcosa davanti a cui la vita mi ha messo di fronte tante volte, in tante situazioni diverse. Che è poi il prezzo che ho sempre pagato, disposta e consapevole, quando ho preferito ricominciare altrove, non trovando più un motivo al restare. E che oltre a portarmi fuori da situazioni di stallo (inconcepibili con 84 anni di vita media a disposizione), mi ha anche regalato – passata la fase dolorosa del lutto – distacco e leggerezza da me possedute sempre in quantità modiche e non sufficienti. E anche la capacità di rileggere il passato non solo come una serie di ‘discese ardite’ ma forse e soprattutto, di ‘risalite’. Una vita eroica come è sempre piaciuta a me 🙂
Per tornare al nuovo lavoro, anche stavolta, mi sono rimessa in gioco con tutto l’entusiasmo di cui sono capace. E sono stata ripagata subito da una bella accoglienza e dalla disponibilità e dalla gentilezza dei nuovi colleghi, conosciuti solo in video e al telefono. Sto studiando molto, perché non ci si inventa da nessuna parte e la materia non è immediata, e ho scoperto che alla mia età può essere anche molto divertente. E non date retta a chi vi dice che a 50 anni abbondanti il cervello diventa meno performante; a 50 anni è al contrario allenatissimo, sa capire cosa serve e cosa no e apprende tutto molto più velocemente. Perché il prima, anche se sembra non servire, aiuta e non poco. E cambiare, strappandoci dalla zona di comfort, rende tonici. Provare per credere. Vale in tutti i campi.
Buona giornata, andiamocela a conquistare pure oggi!
E quando ti arriva un disegno come fai a non ridere, più che a sorridere, alla vita? Grazie Roby! ❤️