Leggendo i vostri commenti sul post di ieri, ho colto che alcuni di voi attribuiscono alla fase matura della vita una maggiore capacità di cogliere sentimenti e bellezza. Condivido: anche secondo me andando avanti cresce la consapevolezza di ciò che ci rende felici e non c’è dubbio che sentimenti e bellezza, nel senso più esteso, occupino un posto privilegiato nella scala della soddisfazione personale. Quello che però non condivido è il ruolo da meri spettatori che da una certa età in poi, soprattutto le donne si cuciono addosso, come se la vita da protagoniste fosse finita. Che va benissimo se si tratta di una scelta ma non va bene affatto se racconta di una rinuncia. A qualsiasi età.
Detto che il destino fa il suo e che bisogna lasciarlo fare, è innegabile che la nostra predisposizione del cuore faccia molto nell’accogliere amore nella nostra vita.
È vero che andando avanti è sempre più difficile, ma a mio parere vale sempre la pena come la prima volta. Anzi forse vale anche di più: perché se e quando lo riconosci, sapendo di non avere tutta la vita davanti, te li puoi godere anche di più.
Tra qualche giorno, dopo 7 anni di separazione, il mio divorzio sarà esecutivo. Quando mi chiedono perché mi sono separata, rispondo sempre, perché avevamo smesso di guardare nella stessa direzione e non avevano più progettualità comuni. Che un’amica una volta mi disse che era la prima volta che sentiva una motivazione così e che avrebbe capito meglio se le avessi risposto che c’aveva un’altra 😃. Quello che so è che è stato comunque amore vero, tant’è che è nato Marco, ma l’amore, vi sfido ad affermare il contrario, non basta. Non basta mai. Secondo quella che è la mia esperienza per stare insieme oltre all’amore, servono una base valoriale condivisa, una visione compatibile del presente e del futuro, la creazione di un flusso di energia che passa dall’uno all’altro senza soluzione di continuità, l’orgoglio di avere accanto chi abbiamo scelto e ci ha scelto, lo stesso volume di pazienza e determinazione a restare, e, per ultima ma non ultima, un’ottima intesa sessuale che quando uno degli aspetti strutturali vacilla, aiuti il rapporto a recuperare tono ed equilibrio. Perché diciamocelo seriamente ‘quando c’è l’amore c’è tutto’, non vale nemmeno per la cura delle orchidee.
Dopo la separazione, ho incontrato di nuovo l’amore ma non c’è dubbio, questo sì, che le seconde vite siano più complicate delle prime, che non sia facile reggere botta e che comunque a me, finora, non è riuscito. Ma se ogni fine mi ha fatto soffrire, e l’ultima più delle altre, non voglio certo arrendermi. Perché chi rinuncia per non stare male è come chi non si prende un animale in casa perché poi muore.
Domenica scorsa, sono andata a fare colazione con Alessandro, il mio argutissimo amico che parlando di possibili nuove relazioni mi ha detto che a me piace l’uomo alfa ma che poi in realtà l’uomo alfa voglio farlo io. Gli ho risposto che non è così, che a me piace chi è maggiormente interessato alla complicità che alla competizione. Per capirci, un uomo con cui risolversi a vicenda oltre ad amarsi.
Ale mi ha guardato e mi ha detto: ‘ce ne sono sicuramente pochi come dici tu, e quindi secondo me, per il calcolo delle probabilità, è parecchio difficile che ne possa trovare uno’. Che da qui capite perché ho tra gli amici più donne che uomini. E se io continuo a crederci, nonostante la previsione del mio ‘ex’ amico Ale, nessuno ha scuse per non farlo.
Buongiorno!
Il disegno di Roberto si intitola ‘…smesso di guardare nella stessa direzione’. E l’affetto del mio amico si vede nel sole che seppure dietro ad una nuvola è dove guardo io.
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