Ieri Paola diceva che non bisogna mai rimandare. Che se abbiamo qualcosa da dire a qualcuno dobbiamo farlo senza aspettare. Che poi potrebbe essere tardi. Era della stessa opinione anche Eleonora. Mi sono accorta di starle ad ascoltare, mentre parlavano, in una sorte di trance durante la quale la mia mente si diceva che un tempo, nemmeno tanto lontano, la pensavo anche io così. Che ho avuto anche io paura di non avere più tempo. Che proprio per questo ho cercato incautamente di anticiparlo. Per poi accorgermi che ognuno di noi non può anticipare proprio nulla. Che alla fine succede solo quello che deve. Che non c’è un meglio o un peggio. C’è un così. Che non è fatalismo o rassegnazione ma solo imparare ad accettare ciò che non può essere cambiato. Continuando però ad impegnarsi su tutto il resto. Che quindi, alla fine, non è una questione di rimandare, arrivare tardi e fare i conti con i sensi di colpa. È comprendere, con il cuore, che se non si riesce a fare o a dire qualcosa nel momento ‘giusto’, non è distrazione o mancanza di volontà, è solo la prova che non è il momento giusto. O che almeno non lo è per noi. Che è poi quello che rende indimenticabile quando tutto converge e ce la facciamo. E su questo ci siamo trovate tutte e tre d’accordo. Che è poi quello che dovremmo cominciare ad augurarci invece di 100 anni di vita: #anchemeno ma di qualità.
Buona giornata! ☀️
E poi arriva il genio di Roberto!
Che ne dici?