Gli amici ritrovati

E poi ieri all’ora di pranzo ho rivisto due amici conosciuti sul lavoro che avevo perso di vista ancor prima del Covid. Perché succedeva anche prima di perdersi. Con lui era comunque capitato di sentirci. Con lei dopo anni di un’amicizia intensa e bellissima, ad un certo punto era calato il silenzio. Un silenzio apparentemente senza spiegazione. Che ieri, invece, rivedendola, ho compreso in un attimo. L’immagine che mi viene in mente per spiegarla è quella di un viaggio insieme ma ognuna nella sua auto. Si fanno tanti km accodate, poi si arriva ad una rotatoria e al telefono si cerca di capire dove uscire. Si hanno idee diverse, ci si prova a mettere d’accordo, si fanno un paio di giri senza decidere e poi ognuna prende un’uscita diversa. Con la certezza che tanto la destinazione è la stessa e che prima o poi ci si incontrerà di nuovo. Che è quello che è successo a noi. Che tra donne non si finirà mai a discutere su quale fosse la strada migliore. Si festeggia, al contrario, l’essersi ritrovate, la ragione del cuore e la felicità per un nuovo tratto da fare insieme. Una cosa bella che è finita nel barattolo della felicità insieme però a quella ritrovata complicità a tre. Quella delle nostre pause pranzo, dei viaggi di lavoro, delle Convention, delle chiacchiere a fine serata prima di tornare a casa. Delle risate su cose che altri non potrebbero capire o non riuscirebbero a ridere. Solo quando, prima di salutarci, ci siamo mostrati le foto dei figli si è materializzato il tempo trascorso. Ma non ci ha fatto paura. Perché non è passato per nessuno dei tre senza farci caso. Anzi.
Buona giornata!

il disegno di Roberto è esattamente quello che intendevo!