Le passeggiate con Rocky sono l’occasione per scoprire angoli del mio quartiere in cui ero passata tante volte senza vederli o che avevo proprio ignorato. Anche la camminata sportiva è un ottimo modo per sollevare lo sguardo e osservare ma quando girovago con lui il passo è più lento e posso fermarmi, ho vicino qualcuno con cui condividere la curiosità e la sorpresa, mi posso godere il buio con una tranquillità nuova e posso lasciare liberi di vagare anche i pensieri.
Cose belle di ieri.
Cose belle uno.
Ieri mattina mentre passeggiavamo, abbiamo incontrato bambini e ragazzi che andavano a scuola; tutti rigorosamente con la mascherina. Era bellissimo il rumore che facevano. Sapeva di normalità. Su una panchina nello spiazzo di fronte alla scuola media, dove è andato anche Marco, sedevano a chiacchierare allegre quattro ragazze: 8 occhi complici sopra a 4 mascherine azzurre. Avessi potuto, senza farmi vedere, avrei voluto fotografare quella complicità che ‘non ce n’è per nessuno’, incurante della mascherina e di tutto il resto. L’avrei intitolata ‘La vita che se ne frega’.
Cose belle due.
Durante la pausa pranzo siamo andati a fare due passi nel parchetto vicino casa. Il prato è alto e di un verde brillante. Dello stesso colore di decine di pappagalli che ci zampettavano sopra e che hanno preso il volo appena hanno sentito la presenza di Rocky, che ha abbaiato tardivo, a mio avviso, più per ruolo che per reale interesse. Mentre lo trattenevo comunque per sicurezza, lo sguardo mi è caduto su un giovane uomo, sdraiato più su, a prendere il sole. Lui mezzo nudo e io al contrario con il piumino, leggero, aperto ma pur sempre in assetto invernale. Ho cercato sullo smartphone la temperatura ed effettivamente c’erano 18 gradi. Ve lo racconto perché lo trovo un esempio calzante, e peraltro gradevole, di quando pensiamo che il folle sia l’altro e invece no.
Cose belle tre
Ieri sera c’era un’atmosfera spettrale. Dopo le 7 c’è poca gente in giro. I palazzi da queste parti non sono molto alti e le luci alle finestre contribuiscono all’illuminazione delle stradine. Ad un certo punto sento la voce di una mamma e di un figlio che risponde. Mi viene in mente il mio. Mi vengono in mente le nostre discussioni. I nostri confronti. E la tenerezza di oggi che siamo lontani verso di me e verso Rocky, che da subito è diventato suo fratello. Mi viene in mente che si ha nostalgia anche per quello che abbiamo detestato. Perché a distanza si vede meglio che anche quello serviva, che anche quello era amore.
Buona giornata anche se sembra che oggi qui a Roma pioverà!
Ed il disegno poetico di Roberto ci sta tutto! ❤️