Soprattutto in questo ultimo periodo in cui le relazioni professionali di persona sono diminuite, se non azzerate, le mail lavorative sono necessariamente aumentate per tutti. E data la mia passione per le parole, oltre a leggerne il contenuto, mi soffermo sempre anche sulla forma. Perché la scelta della modalità con cui raccontare, chiedere, rispondere, spiegare, esprimere disappunto o al contrario scusarsi, racconta molto di ogni scrivente. Soprattutto quando le comunicazioni scambiate siano copiose e lo stile ricorrente, anche in costanza di tematiche professionali. È un modo molto interessante per costruire il profilo di chi si ha davanti soprattutto in questo momento in cui lo scritto, insieme alla voce, sono gli strumenti privilegiati per lo scambio. Passa la gentilezza genuina e quella di forma ma anche l’arroganza senza sfumature; la voglia di relazionarsi al di là del mero argomento da affrontare o al contrario il distacco, anche forzato, di chi ritiene che la vera professionalità non implichi mai un coinvolgimento personale. Passa la disponibilità all’ascolto, al dare una mano, al voler risolvere, come anche la propensione alla difesa, alla chiusura e alla stagnazione. Passa chi fa gruppo e chi sia outsider dentro. Passa la positività e anche il suo contrario. Si intuisce in modo inequivocabile chi abbia avuto problemi durante l’infanzia ancora superati, e chi sia capace di illuminarti per un’intera giornata. Chi usa i destinatari come bersaglio per sfogarsi e chi invece, anche quando sopraffatto dalle cose da fare, non smetta mai di sostenere gli altri. Non c’è nulla o quasi di esplicito. Chi siamo passa attraverso l’incipit, la costruzione delle frasi, la punteggiatura, la scelta delle parole. Ma anche la presenza o meno della firma. Non ha a che fare, se non marginalmente, con la capacità di scrivere e si può cogliere anche senza altri tipi di conoscenza. Che è anche un punto di osservazione privilegiato per comprendere che ognuno è quello che è, indipendentemente da chi ha davanti. E che capirlo, e vale nella vita in generale, è un grande vantaggio per sentirsi fortunati ad incontrarne alcuni ma indifferenti, non sfortunati, ad incontrarne altri. Che è un cambio di paradigma importante per vivere meglio, non offrire il fianco ai disturbati/disturbatori e risparmiare un sacco di energie. Poi si sta da Dio. Buona giornata!
E Roberto ci regala poesia❤️
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