Ieri mattina presto mentre andavo a portare Rocky a fare una passeggiata, mi ferma una signora anziana, ben vestita e curata. Mi chiede se posso ascoltarla un minuto. Le dico di sì e parte come un fiume in piena: mi racconta che il marito aveva l’Alzheimer e che l’aveva cacciata dal bagno non dandole neanche il tempo giusto per sistemare bene i denti e subito dopo me li mostra. Che era dovuta uscire di corsa da casa, forse troppo presto per andare a prendere la pensione alla posta. E poi altre cose che tra mascherina e concitazione non riesco a capire bene ma non la interrompo. Non riesco a dire una parola ma le offro la mia attenzione come promesso. Aspetto solo che finisca lo sfogo, cerco di rincuorarla con il risultato che sta poi lì altri 5 minuti a ringraziarmi di essermi fermata.
Non riesco sul momento, in tutta sincerità, a capire se si tratti di una storia reale, o quanto meno attuale. Non le chiedo se posso chiamare qualcuno dei suoi cari. La saluto e continuo il mio giro con quell’immagine di solitudine negli occhi.
Al ritorno la ritrovo che suona alla caserma dei carabinieri e mentre entra mi grida qualcosa e mi toglie ogni dubbio sul suo disagio. Mi chiedo a quel punto se fosse lei la persona malata e non suo marito, o entrambi. Se fosse davvero sola o invece solo sfuggita al controllo della sua famiglia. So solo che in ogni caso era tardi nel farsi quelle domande e che fortunatamente nella sua confusione era stata più lucida di me. Che era la prova certa che nessuna frase risulti essere più lontana dalla realtà di ‘nessuno si salva da solo’. Che me lo devo ricordare. Che ce lo dobbiamo ricordare.
Buona giornata! ☀️