Ieri sera ho rivisto, dopo sei anni, un’amica conosciuta quasi trenta anni fa ad inizio carriera, quando ancora avevamo davanti non tutta la vita ma sicuramente più vita di ora. Che visto, però, che ce la siamo vissuta entrambe a pieno, è solo una notizia e non una brutta notizia.
Lo schema di serate come questa, prevede prima di tutto la ricostruzione dei ricordi con pezzi comuni e pezzi singoli, poi quella degli ultimi anni in cui ci si è persi di vista e infine la prova del nove. Ovvero verificare se il tempo abbia lasciato intatta la complicità o al contrario non si abbia più nulla in cui ritrovarsi. Che è poi il rischio che si corre con gli amarcord. Quello che ce li fa temere e spesso evitare. Fortunatamente non ieri sera: quasi quattro ore di chiacchiere ininterrotte. Qualche risata e gossip sul passato ma soprattutto uno scambio profondo sui traguardi di oggi. Non sulle cose ma sui pensieri. Il ritrovarci con la consapevolezza che non si può scegliere la vita ma solo il modo in cui affrontarla. Che il segreto meno segreto di sempre, è che per stare bene al mondo bisogna stare bene con noi stesse. Che non sembra una frase fatta, lo è proprio, ma funziona.
Per evitare di scivolare su altri luoghi comuni come ‘la palla è rotonda’ e ‘la partita dura 90 minuti’, voglio condividere un paio di cose degne di nota che l’amica ha tirato fuori, indipendentemente dai due cocktail che mi ha offerto mettendo la scusa di festeggiare i suoi 50 anni (compiuti due anni fa!).
La prima è che avrei dovuto promuovere, oltre ad un barattolo della felicità, un barattolo dell’infelicità. Perché se è vero che i momenti felici vanno celebrati, sono i momenti infelici il motore per migliorarci e salire di livello. E che quindi sono da accogliere come e più dei primi. Sdeng!
La seconda è che nella sua vita, ogni volta che qualcuno le ha detto o sottolineato che qualcun altro aveva la strada facile, perché era il figlio o la figlia di questo o quello, lei si è sempre detta che, come figlia di Dio, aveva una situazione di partenza, permanenza e arrivo imbattibile. Che a pensarci, ognuno di noi, ha la migliore delle raccomandazioni. A prescindere dal Dio in cui crede e addirittura se si creda o meno in un Dio.
Due punti di vista inconsueti e positivi su cui le ho promesso di riflettere per confrontarci in un prossimo incontro.
Perché, sì abbiamo deciso che ci rivedremo e presto. Che vuol dire che la prova del nove è riuscita. Che a volte se ci si perde di vista per anni c’è un motivo. A volte no.
Buongiorno e buon 2 giugno!