Facebook propone ricordi. E ogni giorno, torna su qualche post del passato: qualcuno tenero, qualcuno importante e qualcuno, diciamocelo, indigesto come i peperoni quando li mangi la sera. Per carità si può disattivare la funzione ma implica comunque uno sforzo e personalmente, grazie a Dio, ho sempre qualcosa di meglio verso cui dirigere le mie risorse. In questo spolverare la memoria non c’è nulla di Proust, dell’odore o del sapore capace di materializzare nel pensiero qualcuno o qualcosa, di riportarci ad un attimo che non sapevamo nemmeno fosse stato, per sempre, impresso nel tempo. Su Facebook la memoria non è selettiva, qui ogni ricordo ha pari dignità, uno vale uno. Facebook ti restituisce – attraverso parole e immagini – attimi, opinioni e persone senza priorità emotiva e senza essere capace di distinguere ciò che ti fa piacere da ciò che, al contrario, avresti voluto restasse per sempre chiuso in archivio. Tenta e usa il condizionale. Ci prova: ‘ci sono ricordi che potrebbero interessarti’ Un condizionale esitante che non ha neanche da lontano la potenza della maddalenetta. Che esprime il timore di irritarci. E che a me fa molto ridere perché su ciò che può scatenare un ricordo neanche gli algoritmi si sentono sicuri. E hanno ragione.
Buona giornata! ☀