Nel rimettere a posto delle carte mi capita tra le mani un mio appunto destinato a mio figlio che mi fa fatto ridere e commuovere.
Roma, 2.11.2011
Caro Marco,
stasera ho deciso di cominciare a tener traccia delle cose che dici perché un giorno si possa, rileggendole, non solo ridere ma verificare se tanta leggera profondità ti continua ad appartenere.
Qualche giorno fa tornando in macchina a casa, prendendo spunto da una lezione di storia in cui si parlava di Cesare Beccaria e della condanna alla pena di morte, ti ho raccontato della mia esperienza da studentessa in Amnesty International e dell’emozione provata per la liberazione di un prigioniero affidato al gruppo di cui facevo parte e della grande festa che avevamo organizzato per l’occasione in cui avevano suonato gli amici di sempre ed era venuto anche tuo padre, con cui eravamo meno che amici. E ti avevo raccontato delle due frasi che meglio rappresentavano Amnesty: ‘armati di penna’ e ‘meglio accendere una candela che maledire il buio’.
Perdonami questa premessa lunga ma è necessaria.
Stasera a cena mi hai detto che hai difeso una tua compagna che viene qualche volta presa in giro. Tu sai quanto piacere mi ha fatto questa cosa che ti avevo più volte invitato a fare. Me lo hai detto vergognandoti, di corsa come fai quando vuoi dire qualcosa ma poi non tornarci sopra. Subito dopo però mi hai detto che non la difenderai più, almeno così come hai fatto, perché tutti avevano pensato, compreso il tuo amichetto del cuore, che ti eri esposto perché ti piaceva anche se non era vero. E questo non ti era piaciuto per nulla.
Mi hai guardato e mi hai detto che l’unica cosa che potevi promettermi è che tu non lo avresti mai presa giro ma nulla di più. Quando ti ho guardato, nel vedere la mia delusione, mi hai detto tutto d’un fiato: ‘Bè non è come quel motto che mi dicevi l’altro giorno? meglio una candela accesa che una spenta’.
Ti ho guardato, mi hai strappato una risata e non ho potuto non dirti che ti amo alla follia. Perché mi hai voluto dire che se ognuno facesse il suo non ci sarebbe bisogno di eroi. Che tu non sei e non vuoi essere un eroe ma quella candela la vuoi comunque accendere. E soprattutto che tu non sei come voglio io, sei come vuoi tu. E a 10 anni (che compirai fra qualche giorno) lo sai già’.
Oggi Marco è senz’altro più coraggioso ma continua ad essere diverso in ogni cosa da quello che avevo in testa. Che non sapevo allora quanto sarebbe stato meglio. Che non sapevo, allora, quanto sarebbe stato bello.
Buona domenica! ❤️ anche con il disegnetto di Roberto che se non ci fosse, bisognerebbe inventarlo
Che ne dici?