Passeggiavo con Rocky e nel frattempo parlavo con mia madre al telefono che non ero riuscita a sentire tutto il giorno. All’improvviso un cane, bianco e più grande del mio, scappato alla padrona dal marciapiede opposto è spuntato dal buio e si è avventato contro Rocky. Ho fatto tutto quello che non dovevo fare: ho urlato, messo le mani in mezzo per separarli, non mollato il guinzaglio e alla fine ho anche preso in braccio Rocky con il rischio che l’altro mi saltasse addosso. Pochi secondi di morsi e ringhiate prima che fortunatamente l’altra padrona riprendesse il controllo del suo cane. Mi sono veramente impanicata (e mia madre al telefono anche di più). Finita l’emergenza ho chiesto ad una signora, che si era fermata e ci aveva aiutato a sedare la rissa, se mi aiutava a vedere se Rocky avesse riportato ferite visto che l’altro l’effetto di un morsetto sul muso sembrava averlo. Lo abbiamo controllato in ogni parte e fortunatamente non abbiamo riscontrato nulla. Solo allora mi sono tranquillizzata. E mi è tornato in mente l’invito a dare fiducia a Rocky, che nonostante sia minuto, non solo è in grado di difendersi ma, di più, è pronto a difendermi se ritiene che io sia in pericolo. Motivo per il quale non devo mai perdere il controllo se non voglio fomentare le sue reazioni e di conseguenza quelle dell’avversario (o meglio di quello che, in quel momento, sente tale). Che mi dice che sulla teoria sono a posto. 😂
Una volta a casa al sicuro ho chiamato Marco che sentendomi accorata mi ha dato qualche dritta per la prossima volta (che spero non ci sarà) e poi ha cercato di coccolarmi anche prendendomi un po’ in giro al pensiero delle mie urla. Abbiamo riso insieme pensando a quel povero cane che ci aveva attaccato sicuro di avere la meglio e si era trovato davanti la reazione di una piccola belva e di una sirena umana.
Oggi è un anno che Rocky è arrivato in questa casa. Avevo dovuto aspettare qualche giorno da quando ci eravamo incontrati la prima volta prima di poterlo portare via dal canile.
Ieri in quei pochi secondi in cui l’ho visto lottare per difendersi e difendermi, ho sentito tutta la mia inadeguatezza. Prendere un cane a cinquanta anni abbondanti non avendone mai di fatto avuto uno (la prima mi morì durante la sterilizzazione dopo appena due anni che era con noi), è come voler imparare una lingua straniera da adulti. Si può fare ma con risultati ben diversi da chi l’ha parlata fin da piccolo. Ho fatto tanti passi in avanti, non c’è dubbio, ma sento di avere ancora delle carenze importanti ma non mi fermo.
Quello che mi fa ben sperare è che sento che con Rocky, in questi dodici mesi, abbiamo costruito e stiamo continuando a costruire un rapporto davvero unico e importante e che anche l’amore è cresciuto. Che è la stessa cosa che è accaduta e accade con mio figlio, ma anche con tutte le presenze importanti della mia vita: che l’amore cresce con i giorni. Non quelli che passano ma quelli che restano. Che c’è bisogno di impegno per ciò a cui si tiene. Che non viene da solo. E che l’#anchemeno vale ma per tutto il resto.
Buon anniversario a noi e buona giornata a tutti voi!