Questa estate mi arriva un messaggio da Annamaria con un’intervista ad un’artista che ha conosciuto e che disegna principesse strane. La leggo d’un fiato; lei si chiama Denise e da quando è piccola escono dalla sua matita principesse non convenzionali, con dei volti che non ti aspetti che ospitano occhi grandissimi, grasse che però stanno su piedi piccoli e scarpe raffinatissime, basse o altissime. Un messaggio garbato e gioioso per rappresentarci tutte e liberarci dai canoni. Per esprimere che chi non li rispetta non è solo bella dentro, che diciamocelo ci è sempre sembrato un premio di consolazione, ma anche bella fuori. Che non è bello ciò che è perfetto ma ciò che emoziona, offre gioia, allegria, colori e sogni. Che se lo dici sembra la solita solfa ma se lo vedi e lo tocchi non può essere che vero.
Le scrivo di getto che la volevo conoscere e lei mi risponde ‘ci torniamo insieme’.
Qualche giorno fa dopo mesi, ci messaggiamo per una banalità operativa e le scrivo ‘ma quando ci andiamo a vedere le principesse strane?’. E lei ‘se puoi, sabato 18’, ‘Ok’.
E così ieri, in una giornata freddina ma piena di sole, sono andata a prenderla e siamo andate in macchina a Nemi, un paese vicino Roma che si affaccia su un piccolo e incantevole lago, a trovare Denise. Ed è stato un incontro bellissimo per le creazioni ma anche e soprattutto per la creatrice che sembra una delle sue principesse. Un cappello di lana grigio brillante su dei capelli rossi che spuntano a ciuffi, occhiali di quelli che ti ricordano i film fantastici, un sorriso contagioso e una voce flautata che ti prende e ti accompagna nel suo mondo di carta, cartone, legno, gesso, pexiglass. Nel suo mondo di principesse che nonostante le proporzioni imperfette ti tramettono una bellezza commovente. Quella che quando la guardi non puoi non fermarti a guardare. Che ti regala buon umore. Che ti riscalda nonostante l’aria friccicarella. E che ti fa sentire una principessa più di qualsiasi abito bellissimo tu abbia mai indossato. Perché lì, se guardi bene o anche se non lo fai, ci sei anche tu.
Nelle favole che ci hanno raccontato da piccole di sproporzionato mi ricordo solo le sorellastre di Cenerentola, loro brutte e cattive, lei buona e bellissima. Che sembrava un racconto innocuo, di rappresentazione simbolica del bene e del male e che invece era la prima pericolosissima bufala di cui siamo restate vittime. Quella che se non ci ha rovinato la vita, ce l’ha almeno resa faticosa, rappresentandoci che per piacere bisogna rispettare dei canoni di bellezza ben precisi e che per essere salvate bisogna aspettare il principe azzurro. L’anatema che – in assenza di capelli biondi, occhi azzurri e cavaliere – ci avrebbe aspettato una vita grama e infelice. Che non sei scema se ci se cascata, che quello almeno all’inizio più o meno tutte, sei piuttosto destinata all’infelicità se non trovi il modo di sottrarti dal maleficio. Che deve essere anche per questo che, nel piccolo angolo di Denise, c’è anche qualche principe che non è un supereroe: pure lui rappresentato nella sua allegra umanità e, diciamocelo, non dovendo salvare nessuno, più rilassato e felice.
Ieri con Annamaria ci siamo riprese la nostra favola. Quella vera. Quella che poi abbiamo realmente vissuto. Che è meravigliosa ed unica proprio perché è la nostra. Con i suoi alti e i suoi bassi, con i pieni e i vuoti, con il freddo e con il sole, con e senza principi.
E per ricordarmi di questo momento dolce ma non smielato, mi sono portata via qualche pezzo della favola di Denise e ci tornerò ogni volta che sentirò il bisogno di ascoltarne una.
Se vi capita passateci. Riprendetevi anche voi la vostra favola. Vale anche per i principi.
Buona domenica!
Oggi il disegno è una principessa di Denise che sono sicura Roberto amerà come e più di me.