Domenica mattina, mentre passeggio con Rocky vedo una donna che sposta tre grosse borse da un lampione all’altro del ponte che passa sopra la metro. È evidente che sono troppo pesanti per portarle tutte insieme. Da lontano le chiedo se posso aiutarla. Mi fa di no con la testa. Mi avvicino e insisto: ‘Dove devi portarle?’ Mi risponde che deve prendere un pullman per l’Ucraina che l’aspetta sotto il ponte ma che l’autobus non passava. Le dico di darmi la borsa più pesante e di prendere lei le altre due che, così a mio avviso, potremmo farcela in un viaggio solo. Quella pesante è davvero parecchio pesante ma ormai sono in ballo e faccio la sportiva. Le do prima la mano e le dico ‘Io mi chiamo Marussia’. E lei ‘Sei russa?’No’ le dico, ‘mi chiamo Marussia, è un nome russo ma io sono italiana’. Lei mi sorride, ‘è anche un nome Ucraino…’, ‘Come mai torni nel tuo paese? C’è la guerra’ e lei ‘Sono due anni che non vedo la mia famiglia, troppi. Devo tornare. La borsa che stai portando è piena di cibo, ecco perché è così pesante, non sono sicura che lì potrò trovarne’. Proseguiamo in silenzio, sorridendo l’una all’altra fiere di farcela, fino alla fine del ponte. Scendiamo le scale e giungiamo finalmente davanti al mezzo che la riporterà nel suo paese. Nella sua lingua capisco che racconta all’autista perché sono là con lei. Prima di salutarmi mi dice ‘Io sono Marta’. La abbraccio e le auguro buon viaggio e buona fortuna. Risalgo le scale e penso a quanto sia facile alzare lo sguardo, sollevare un peso e lasciare un pizzico di affetto prima di una partenza faticosa. E anche che il mio nome non è solo russo ma anche ucraino. Bello.#sorellanza
Come dice Roberto il disegnetto stempera…😂