Le spiagge che chiudono a fine estate e le giornate che si accorciano sono tra le cose che mi mettono più tristezza in assoluto. È qualcosa che mi provoca nostalgia e struggimento anche quando sono andata in vacanza in montagna e anche quando, come quest’anno, non vedo l’ora che arrivi il freddo polare. Mi sono chiesta molte volte il perché di questo malessere autunnale e mi sono data la spiegazione che pur riconoscendo l’importanza del letargo, la stagione che più rappresenta la mia anima è la primavera, il tempo della rinascita. E allora ogni anno, quando uscendo verso il tardo pomeriggio mi accorgo che ci siamo, che è già buio e che in un attimo arriverà Natale, non mi lascio andare neanche un attimo e attivo immediatamente il contro mood pensando a tutto quello che si può organizzare di bello in attesa che riesplodano colori e profumi. Che bisogna solo avere fiducia e che succede sempre. E che mi devo ricordare che peraltro, a Roma, ottobre è uno dei mesi più magici dell’anno. E che mi auguro che potrò condividere quello che sta arrivando con gli amici, vecchi e nuovi, che verranno a trovarmi.
Che vuol dire, e me ne accorgo raccontandovelo, che ho imparato a non aspettare la gioia ma ad inventarmela o meglio a saperla trovare anche dove e quando non avrei mai creduto di trovarla. Che basta semplicemente disattivare gli automatismi e attivare il desiderio di stare bene. E, credetemi, si può fare soprattutto quando sembra meno possibile.
Buona giornata! ☀️